FIRENZE – “No a un Cpr in Toscana”. È questa la posizione della gounta Toscana.
L’assessore con delega all’immigrazione Stefano Ciuoffo (Pd) rispondendo a un’interrogazione presentata da Fratelli d’Italia sulla proposta di realizzazione di un Centro di permanenza per i rimpatri in Toscana, ha ribadito la netta contrarietà della giunta regionale chiarendo prima di tutto che “alla data attuale non risulta alcuna interlocuzione formale o richiesta ufficiale da parte del governo relativa alla realizzazione di un Centro di prrmanenza per i rimpatri (Cpr) in Toscana, né specificamente riferita all’area della Lunigiana“.
“Tuttavia – ha proseguito l’assessore – considerando l’attualità del dibattito nazionale sul tema e l’emersione di ipotesi informali la giunta ritiene doveroso ribadire pubblicamente la posizione già espressa con mozione del consiglio regionale nell’ottobre del 2023 quella ‘di manifestare in ogni sede utile la contrarietà all’istituzione di nuovi Cpr’, anche attraverso il confronto interregionale, promuovere presso il governo un approccio alternativo alla gestione dei flussi migratori, ponendo al centro l’inclusione socio-economica dei migranti, quale strumento fondamentale per contrastare la marginalità e favorire l’inclusione, il rispetto dei diritti fondamentali delle persone trattenute e una revisione normativa che garantisca tutele reali e controlli giurisdizionali effettivi, l’ascolto degli amministratori locali e la valorizzazione della rete dell’accoglienza diffusa come modello di gestione sostenibile e rispettosa delle comunità ospitanti“.
“Si evidenziano poi – ha proseguito – la sussistenza di gravi profili di criticità costituzionale e normativa relativi alla disciplina dei Cpr contenuta nell’articolo 14, commi 2 e 2-bis del decreto legislativo 286/1998 (testo unico dell’immigrazione). Come riportato da numerose ricerche e fonti istituzionali (tra cui il Comitato europeo per la prevenzione della tortura – Cpt del Consiglio d’Europa, pubblicato il 13 dicembre 2024), i Cpr attualmente in funzione presentano poi ripetute criticità in merito a condizioni igienico-sanitarie, sovraffollamento, carenze nel presidio medico e psicologico, utilizzo improprio di psicofarmaci, assenza di trasparenza e monitoraggio indipendente, decessi e situazioni di rischio per la salute, come documentato nel caso della morte del diciannovenne Belmaan Oussama al Cpr di Palazzo San Gervasio, avvenuta il 5 agosto 2024. In merito alle ricadute sul territorio, la giunta ritiene che l’eventuale realizzazione di un Cpr in Toscana, e in particolare in aree come la Lunigiana, non garantirebbe maggiore sicurezza né migliorerebbe le condizioni di gestione dei flussi migratori“.
“I dati e le informazioni in nostro possesso – ha concluso l’assessore Ciuoffo – non fanno che confermare che la politica che propone i Centri di permanenza per i rimpatri come risposta ai fenomeni migratori e ai problemi che riguardano l’inclusione è una strategia miope, inefficace e dettata più da esigenze propagandistiche che da reali obiettivi di sicurezza o coesione sociale. Si tratta di una scelta che non produce risultati concreti, non risolve i nodi strutturali dell’irregolarità e, anzi, rischia di acuire tensioni, marginalizzazione e insicurezza nei territori. La giunta conferma, pertanto, la propria ferma contrarietà alla localizzazione di CPR sul territorio regionale, e si impegna a rappresentare tale posizione presso tutte le sedi istituzionali competenti, anche a livello nazionale”.
Nella replica la consigliera regionale Sandra Bianchini (Fdi) ha detto di “non condividere in nessun punto la posizione della fiunta regionale” aggiungendo che “i Cpr migliorano la sicurezza perché coinvolgono persone che sono una minaccia per la società, condannate nella maggior parte dei casi per reati alla persona”. “La giunta – ha aggiunto la consigliera Bianchini – ha detto di non accettare il modello dei Cpr ma qual è la vostra soluzione al problema della criminalità nelle città, perché vi piaccia o non vi piaccia le città toscane sono sul podio per l’emergenza criminalità. Dovete risolvere il problema e non usare come fate da vent’anni la parola magica ‘modello Toscana’. I tempi di permanenza nei centri sono più bassi di quelli che dichiarate, e gli enti gestori incapaci possono essere licenziati e sostituiti in qualunque momento”.
“Lei ha escluso che il presidente Giani fosse favorevole ai Cpr – ha concluso Bianchini rivolgendosi all’assessore Ciuoffo – ma nel 2022 era favorevole insieme al ex sindaco di Firenze Nardella tanto da indicare alcuni parametri base come dimensione, posti e area da individuare. I Cpr non sono uno strumento perfetto, ma è fondamentale fare qualcosa”.
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