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Truffa e frode nella gestione dei centri di accoglienza: cinque arresti

L'inchiesta è partita dalla visita dei Nas al Cas di San Marcello Piteglio. Coinvolta anche una realtà di Foiano della Chiana

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PISTOIA – È da un’ispezione avvenuta nel dicembre 2023 al centro di accoglienza straordinario per richiedenti asilo di San Marcello Piteglio (ex Hotel Giardini) che ha preso il via l’indagine dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità di Firenze, coordinata dalla procura di Pistoia, che oggi ha portato all’esecuzione di cinque misure cautelari personali e al sequestro preventivo di beni per oltre 720 mila euro.

I militari hanno dato esecuzione all’ordinanza nelle province di Salerno, Avellino e Pavia, con il supporto del comando provinciale di Salerno. L’inchiesta ha coinvolto anche strutture di accoglienza situate nelle province di Pistoia e Arezzo, rivelando un sistema diffuso di frodi, false attestazioni e gestione inadeguata dei servizi destinati ai richiedenti asilo.

Le persone coinvolte

Secondo quanto accertato dagli investigatori, a vario titolo risultano indagati

  • Salvatore De Simone, 47 anni, di Castel San Giorgio (Salerno), amministratore di fatto della cooperativa sociale Desy

  • Margherita Corrado, 45 anni, amministratrice formale della stessa cooperativa;

  • Antonietta Angrisani, 47 anni, di Roccapiemonte (Salerno), collaboratrice della società;

  • Giuliana Nocera, 37 anni, di Mercato San Severino (Salerno), psicologa legata alla Desy;

  • Guglielmo Capuano, 58 anni, di Castel San Giorgio, collaboratore della cooperativa

De Simone è in carcere, gli altri sono ai domiciliari. 

Le indagini partite da Pistoia

Il centro di San Marcello Piteglio, sottoposto a verifica a dicembre 2023, presentava condizioni definite gravissime sotto il profilo igienico-sanitario: muffe, liquami, ambienti sporchi e strutture fatiscenti. La Prefettura di Pistoia ne dispose lo sgombero immediato, con il trasferimento degli ospiti in altre strutture della regione.

Gli accertamenti successivi hanno messo in luce presunti episodi di truffa aggravata ai danni dello Stato e frode nelle pubbliche forniture: gli ospiti riferivano di non aver ricevuto i beni e i servizi previsti, come pocket money, abbigliamento, assistenza sanitaria e psicologica, alfabetizzazione e supporto legale. In molti casi i registri di presenza degli operatori risultavano falsificati: i professionisti segnalavano attività mai svolte, mentre l’analisi dei tabulati telefonici li collocava in luoghi diversi dal centro.

Le testimonianze dei richiedenti asilo hanno inoltre raccontato episodi di concussione: chi rifiutava di firmare i registri che attestavano servizi mai erogati veniva minacciato di espulsione o lasciato senza cibo per giorni.

I casi di Arezzo

Un filone dell’indagine ha toccato anche la provincia di Arezzo, dove la cooperativa Desy gestiva un centro a Foiano della Chiana. Anche qui, secondo gli investigatori, sarebbe stato applicato lo stesso ‘metodo gestionale’: carenze di forniture alimentari, pessime condizioni igieniche, assenza di servizi di mediazione, assistenza sanitaria e psicologica.

Il sequestro

Le indagini hanno portato al sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per un totale di 720579 euro, ritenuto il profitto diretto dei reati contestati. Nel periodo 2022-2024 la cooperativa avrebbe percepito oltre 1,2 milioni di euro dalle convenzioni con diverse Prefetture italiane.

© Riproduzione riservata

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