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A Palazzo Fabroni l’inaugurazione della mostra su Chiavacci e Melani

A cura di Bruno Corà è promossa e organizzata da Associazione Culturale Post Art in collaborazione con il Comune di Pistoia

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PISTOIA – Chiavacci e Melani, arte tra binarietà e particelle, si inaugura venerdì (9 maggio), alle 18, nelle sale al secondo piano del Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni di Pistoia, la mostra a cura di Bruno Corà, promossa e organizzata da Associazione Culturale Post Art in collaborazione con il Comune di Pistoia.

A 40 anni dalla morte di Fernando Melani (1907-1985) e a 35 dall’ampia mostra retrospettiva che, insieme alla pubblicazione del primo catalogo compendiario della sua opera, segnò l’avvio dell’attività di Palazzo Fabroni come luogo dedicato all’arte moderna e contemporanea, tanto da dover riconoscere proprio a Melani una sorta di imprimatur sul destino del settecentesco palazzo nobiliare di via Sant’Andrea, la ricerca dell’artista pistoiese appare ancora di grande vitalità poetica.

L’amministrazione comunale ha pertanto approvato il progetto dell’Associazione Post Art che intende riproporre, in chiave espositiva, l’idea del costante dialogo che c’è stato fra gli artisti pistoiesi Fernando Melani (1907 -1985) e Gianfranco Chiavacci (1936 – 2011) a partire dal loro incontro nel 1964 e fino alla morte dello stesso Melani. Due artisti pistoiesi affini nei loro linguaggi espressivi, che hanno sviluppato originali indagini artistiche in epoche davvero precoci e realizzato una vasta quantità di opere il cui denominatore comune è costituito dall’influenza della fisica quantistica e delle particelle (Melani) e delle origini e degli sviluppi dell’informatica e del linguaggio binario (Chiavacci).

Il percorso della mostra, articolato nelle dieci sale dell’ultimo piano di Palazzo Fabroni, espone opere pittoriche e plastiche, fotografie, disegni e altri elaborati della loro ricerca, con l’intenzione di ricreare l’alternanza di tematiche trattate dai due artisti, come a fornire al visitatore l’opportunità di assistere, osservando le opere, ad uno dei loro numerosi e costanti incontri che si svolgevano nello studio di Gianfranco Chiavacci oppure nella casa-studio di Fernando Melani in corso Gramsci, che acquistata dal Comune di Pistoia nel 1987 insieme alle oltre 2800 opere in essa contenute, fa oggi parte della rete dei musei civici pistoiesi, insieme al Museo Civico d’arte antica in Palazzo Comunale, al Museo dello Spedale del Ceppo e al Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni.

Le opere di Fernando Melani esposte alla mostra, selezionate dal curatore Bruno Corà, provengono proprio dalla Casa-studio Fernando Melani di Corso Gramsci e sono pertanto di proprietà dell’Amministrazione comunale, mentre le opere di Gianfranco Chiavacci, sempre scelte dal curatore Bruno Corà, appartengono all’Archivio Chiavacci.

Come evidenzia il curatore Bruno Corà, “quelle di Gianfranco Chiavacci e di Fernando Melani sono due esperienze di vita e artistiche maturate nella stessa città, Pistoia, attraverso un’iniziazione all’arte in modo autodidattico, percorso da entrambi, ma nondimeno in una dedizione totale sancita da un incontro e da un’assidua frequentazione per circa trent’anni”.

“Diversi per estrazione sociale e culturale – prosegue il curatore – i due artisti di giorno in giorno, a partire dalla metà degli anni Cinquanta, convergono per interessi culturali, scientifici, artistici e di pura ricerca cognitiva, al fine di pervenire a una produzione di opere rispondenti a proprie ipotesi procedurali: Chiavacci, interessato all’uso del linguaggio binario matematico finalizzato al conseguimento di immagini su base pittorica e non solo; Melani, interessato alla fisica quantistica, di cui assume dati attraverso assidue consultazioni di riviste e opuscoli scientifici per accertare alla luce dell’entità particellare, ovunque presente, la vera realtà della materia da elaborare in esperienze artistiche di carattere sia pittorico che plastico”.

“La mostra pone a confronto una serie di opere dei due artisti, offrendo un repertorio emblematico di un dialogo inesauribile e originale, esemplare di una stagione dell’arte contemporanea di due outsider della conclusione del 20esimo secolo” conclude Corà.

La mostra resterà aperta da sabato (10 maggio) a domenica 28 settembre nei seguenti orari di apertura del museo: sabato 10 maggio – lunedì 2 giugno da martedì a venerdì dalle 10 alle 14; sabato, domenica, festivi e venerdì 23 maggio dalle 10 alle 18; martedì 3 giugno – domenica 28 settembre da martedì a venerdì dalle 15 alle 19; sabato, domenica, festivi dalle 11 alle 19. Lunedì chiuso.

 

© Riproduzione riservata

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