(Adnkronos) – Come stanno i bambini e gli adolescenti italiani? A fare il punto, alla vigilia della Giornata mondiale del bambino e dell'adolescente, è la Società italiana di pediatria (Sip) che proprio domani aprirà a Firenze il suo 79esimo congresso. Gli esperti scattano una fotografia "in chiaroscuro sul loro stato di salute e sul loro benessere psico-fisico". Se da un lato "si registrano indicatori di eccellenza, dall'altro emergono difficoltà che, se non affrontate, rischiano di compromettere il benessere presente e futuro delle giovani generazioni", evidenzia la Sip. L'Italia si distingue ancora in alcuni fondamentali indicatori di salute pediatrica, osservano i pediatri. "Uno dei successi principali – ricordano – è rappresentato dal basso tasso di mortalità infantile, tra i migliori al mondo e superiore a Paesi come Francia e Germania, a testimonianza di un sistema di cure all'avanguardia. La qualità delle cure pediatriche è riconosciuta a livello internazionale: secondo una recente indagine della rivista 'Newsweek', ben 13 unità pediatriche italiane figurano tra le migliori al mondo, segno di un impegno costante per la salute dei più piccoli". Accanto alle luci, le ombre. "Vediamo una crescita dei disturbi d'ansia e depressione, soprattutto a partire dalla pandemia – afferma Annamaria Staiano, presidente Sip – Secondo la letteratura internazionale, 1 adolescente su 4 oggi mostra sintomi di depressione e 1 su 5 soffre di disturbi d'ansia, una condizione che porta con sé rischi e vulnerabilità che richiedono attenzione. Le recenti cronache ci ricordano quanto questo disagio sia ormai diffuso: dagli episodi di isolamento volontario (hikikomori), che riguardano oltre 60mila adolescenti italiani, ai tragici fatti di violenza giovanile legati a dinamiche di esclusione sociale e mancanza di supporto familiare. Non meno allarmante è l'aumento dell'uso di alcol tra i minorenni, facilitato dalla reperibilità di bevande a basso costo". C'è poi l'emergenza povertà, che erode il diritto alla salute e accorcia la vita. "Vivere in condizioni di povertà incide direttamente sulla salute fisica e psicosociale dei bambini. Oggi oltre 1 milione e 295mila minori in Italia sono in condizioni di povertà assoluta, il che significa non potersi permettere le spese essenziali per avere uno standard di vita minimamente accettabile", rimarca la Sip. A pesare sul futuro dei bambini anche le disuguaglianze, che alimentano la migrazione sanitaria. "Le disuguaglianze territoriali, sia sanitarie che sociali – spiegano i pediatri – penalizzano l'accesso alle cure costringendo molte famiglie a migrare verso altre regioni per garantire ai loro figli le cure necessarie. In particolare, i bambini residenti nel Sud Italia si trasferiscono molto spesso nei centri ospedalieri del Centro-Nord, spinti dall'aspettativa delle famiglie di offrire ai propri figli cure di migliore qualità rispetto a quelle disponibili nella propria regione. In altri casi la motivazione è determinata dall'impossibilità di accedere alle prestazioni necessarie o dalla presenza di lunghe liste di attesa nella regione di residenza. Questi trasferimenti, che comportano un costo significativo a carico dei bilanci delle regioni di residenza, sono iniqui poiché non tutte le famiglie possono permettersi di sostenere le spese. Inoltre, violano il diritto costituzionale all'uguaglianza dei cittadini, compromettendo l'equità nell'accesso alla tutela della salute". Per affrontare queste sfide, la Sip avanza 3 proposte concrete: 1) Estensione dell'assistenza pediatrica fino ai 18 anni, sia negli ospedali che sul territorio, per evitare che gli adolescenti restino privi di un medico di riferimento in una fase critica della loro crescita. Attualmente i bambini sono assistiti dal pediatra del territorio sino ai 14 anni, mentre in ospedale non c'è una regola uniforme sul territorio nazionale; 2) Rafforzare le reti pediatriche, prevedendo nelle Case di comunità la presenza di pediatri specialisti nelle varie branche della pediatria (endocrinologia, pneumologia, etc) per garantire un'assistenza più diffusa e facilmente accessibile in grado di contrastare le disparità territoriali e sociali; 3) Promuovere l'educazione sanitaria nelle scuole per sensibilizzare le nuove generazioni e favorire una cultura della salute sin dalla giovane età, riducendo il carico di malattie croniche e contribuendo a garantire la sostenibilità del Ssn. "In inglese – riprende Staiano – esiste un termine, 'flourishing', che significa fiorire: è uno stato di benessere che va oltre la semplice felicità, abbracciando la capacità di prosperare anche in condizioni difficili. Questo stato è correlato al benessere della famiglia, all'instaurarsi di relazioni familiari sane e quindi, alla crescita del bambino in un ambiente sano. Affinché i bambini italiani possano davvero 'fiorire', è fondamentale proteggerli da disuguaglianze e offrire alle loro famiglie il supporto necessario per una crescita serena e in salute. Solo costruendo una società che metta 'il bambino al centro' – conclude la presidente della Sip – potremo garantire a ogni giovane la possibilità di crescere in un ambiente che rispetti i loro diritti fondamentali". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Giornata del bambino, pediatri ‘luce e ombre, crescono ansia e depressione’
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