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Durante la buona stagione, in virtù delle numerose possibilità escursionistiche, il passo dell’Abetone diviene l’ideale per stare a contatto con il paesaggio, la flora e la fauna appenniniche.
Per una conoscenza approfondita dei sentieri è necessario fare riferimento alla cartografia del Club Alpino Italiano (CAI). Ma qui, nel frattempo, ne suggeriamo alcuni di particolare interesse, assieme a molte altre attività offerte dal territorio.
Trekking…
Per gli appassionati di trekking, una giornata all’Abetone può trasformarsi in un’esperienza unica. Nella bella stagione, ci sono diverse opportunità di trascorrere una giornata immersi nella natura.
Un percorso in forte pendenza ma molto piacevole parte da Boscolungo: con circa due ore e mezzo di cammino, si arriva alla vetta del Libro Aperto (1937 mt. s.l.m.). Le sue due cime, viste da lontano, ricordano proprio un libro, dal quale si gode un vastissimo panorama. Proseguendo, dopo altre due ore di cammino, si può raggiungere il Monte Cimone che, con i suoi 2.165 mt., è la più alta vetta dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Sempre da Boscolungo si può arrivare a quote elevate con altri due percorsi di grande interesse. Il primo, in tre ore, passate le sorgenti del torrente Sestaione, conduce a Foce di Campolino (1.775 mt. s.l.m.). Il secondo, detto variante dei laghi, per chi dispone di un’intera giornata, tocca gli incantevoli laghi di alta quota.
Tra questi, il Lago Piatto è situato nella Val di Luce, sul versante opposto del Monte Gomito rispetto al passo dell’Abetone. Il paesaggio è aspro, dominato dalla maestosa architettura dell’Albergo Farinati. La Val di Luce, bene attrezzata anche per gli sport invernali, si può raggiungere agevolmente anche percorrendo la strada statale 12.
Dal vicino borgo di Cutigliano, infine, si possono intraprendere camminate verso il Lago Scaffaiolo.
…ma anche facili passeggiate
L’Abetone non è solo trekking, ma è anche una meta ideale per una giornata all’Abetone dedicata a facili passeggiate. La rete di sentieri è adatta anche a chi desidera godersi una camminata tranquilla, scoprendo angoli nascosti della montagna.
Tra queste opportunità, per chi vuol conoscere meglio la flora appenninica, rientra anche l’Orto Botanico. Inaugurato nel 1897, si raggiunge agilmente in auto seguendo le indicazioni per Pian di Novello. Occhio però al periodo dell’anno: l’orto è aperto ai visitatori solo da giugno a settembre. Qui si potranno trovare maggiori dettagli su orari e prenotazioni.
L’orto è previsto in uno dei sei itinerari dell’Ecomuseo Montagna Pistoiese, un museo diffuso che aiuta ad esplorare il rapporto tra l’uomo e la natura nel corso dei secoli, attraverso attività nei poli didattici e museali e manufatti storici che raccontano la cultura locale.
Cosa visitare nel paese
Per quanto riguarda il territorio del Comune, esso è delimitato da una imponente foresta di conifere, e presenta attrazioni prevalentemente naturalistiche e sportive.
Se si decide di trascorrere una giornata all’Abetone, non può mancare una visita ai principali luoghi d’interesse storico e culturale, legati alla storia del territorio e della via Modenese che lo attraversa: la Dogana e la Stazione di Posta, la Chiesa di San Leopoldo di Boscolungo (inaugurata nel 1784). Poi ancora la piazza del Municipio con il Palazzo Pretorio, costruito nel 1377 per ospitare i Capitani della Montagna.
Si scorgeranno pure le famose Piramidi: erette in memoria dell’apertura del Valico dell’Abetone nell’estate del 1778 per volontà del Granduca di Toscana e del Duca di Modena, segnavano in maniera evidente il confine tra i due stati, trovandosi l’una sotto la giurisdizione di Pietro Leopoldo e l’altra sotto quella di Francesco III d’Este. Costruite entrambe in pietra con ornamenti in marmo da maestranze toscane, guardano ciascuna lo stato di appartenenza, l’arma e l’iscrizione del rispettivo sovrano. Su ciascuna è scolpita un’iscrizione in latino: quella toscana fu composta da Leonardo Ximenes, ed esalta il Granduca Leopoldo come “rinnovatore della libertà e del commercio”, quella modenese sottolinea invece l’importanza militare della grande strada appena costruita (inaugurata poi nel 1781), congiungente Firenze a Modena.
Per gli amanti dell’arte, da non perdere la quattrocentesca Chiesa della Madonna di Piazza, custode di un’importante opera in terracotta invetriata attribuita a Benedetto Buglioni (1510 circa).
Girando per il paese, vale poi la pena fermarsi davanti al monumento internazionale alla pace, costruita in bronzo fuso nel 1994 per mano del maestro Gino Terreni, che rappresenta tre giovani che liberano le colombe della pace.
Svalicando nel Modenese
Svalicando nel Modenese, si aprono nuove possibilità per una giornata di trekking all’Abetone, esplorando i sentieri che abbracciano il Parco Regionale dell’Alto Appennino Modenese.
Il parco va ad abbracciale tutto il crinale della provincia di Modena, dal Parco Regionale dell’Alto Appennino Reggiano a quello bolognese del Corno alle Scale, con panorami mozzafiato e luoghi ricchi di biodiversità, che salgono da circa 500 m a oltre 2000 m di quota. Qui maggiori informazioni su tutti gli itinerari percorribili.
Il monte Cimone, la vetta più alta dell’intero Appennino Tosco-Emiliano, lascia intravedere splendidi paesaggi: valli solcate da numerosi ruscelli, fitti boschi di faggio e rimboschimenti di conifere, brughiere a mirtillo, radure erbose e limpidi specchi d’acqua.
Un po’ ovunque nella fascia sommitale si potranno osservare particolari morfologie glaciali, in special modo i circhi dei monti Giovo e Rondinaio, che custodiscono lembi di vegetazione di valletta nivale. Ai piedi delle ripide pareti arenacee di queste montagne si trovano poi alcuni meravigliosi laghi, mete costanti di gite e escursioni: Lago Santo, Lago Baccio e i piccoli laghi Torbido e Turchino.
Nella zona si scopriranno anche le diffuse testimonianze storiche dell’architettura montanara, come le cosiddette “capanne celtiche” a Doccia. Qui maggiori dettagli sulla loro storia.
Merita una visita anche il Centro Visite Rifugio Ca’ Silvestro, ad un chilometro da Fiumalbo, nucleo abitativo un tempo completamente indipendente grazie ad un forno ed un pozzo autonomi. Oggi è stato completamente ristrutturato e il vecchio metato, caratteristico edificio adibito all’essiccatura delle castagne, ora ospita il punto informazioni e lo shop del Parco.
La struttura ha anche spazi esterni per la sosta dei visitatori, una sala e spazi espositivi sul tema Terra e Fertilità. Si troveranno mostre tematiche sulla fauna selvatica, la vita nel bosco e particolari aspetti della cultura locale (castagne, carbonaie, capanne celtiche). Qui maggiori informazioni su orari d’apertura e attività proposte.