Fine vita, la Regione Toscana si costituisce in giudizio davanti alla Corte Costituzionale contro l’impugnativa del Governo, a difesa della legge regionale approvata lo scorso febbraio a maggioranza dal Consiglio regionale della Toscana. Prima regione in Italia a introdurre una regolamentazione sulla procedura con la quale le persone che vogliono accedere al suicidio assistito possono far domanda all’Asl.
Legge regionale promulgata nel marzo scorso dopo un ricorso presentato dal centrodestra respinto dal collegio di garanzia della Regione Toscana.
Dunque la Toscana si costituisce in giudizio davanti alla Consulta. Lo ha annunciato giovedì 22 maggio il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani in palazzo Strozzi Sacrati. In conferenza stampa con il responsabile contenzioso dell’avvocatura della Regione Toscana Fabio Ciari e il direttore generale Paolo Pantuliano.

Giani ha firmato l’atto con cui la Regione Toscana si costituisce in giudizio presso la Corte Costituzionale in merito al ricorso presentato dal Governo contro la legge relativa alle modalità organizzative per garantire il trattamento medicalmente assistito sul fine vita.
Giani: “Siamo convinti che questo ricorso da parte del Governo sia infondato e dettato unicamente da motivazioni politiche. Con questo atto vogliamo ribadire con coerenza il valore della nostra legge: una norma che disciplina modalità organizzative, nel pieno rispetto delle competenze regionali in materia sanitaria. Riteniamo infatti legittimo che una Regione, nel rispetto della sentenza costituzionale n. 242 del 2019, definisca regole oggettive e termini certi, per assicurare a tutti i cittadini pari accesso e dignità nel percorso di fine vita”.
Giani ha voluto anche sottolineare la scelta precisa di voler procedere tramite l’avvocatura regionale: “Una sfida che vogliamo gestire in casa, fiduciosi che le nostre strutture faranno valere le nostre ragioni che coincidono con quelle di tanti cittadini. La nostra avvocatura è espressione della competenza e del rigore istituzionale che il contenzioso richiede. Ha già dimostrato qualità e serietà in numerose occasioni. Difendiamo una scelta giusta e rispettosa della Costituzione e della dignità delle persone. La Corte Costituzionale saprà riconoscere, ne sono certo, l’intento e il valore di una legge che si propone di attuare concretamente i principi affermati dalla Corte stessa sei anni fa.”
“Ritengo che la forza e il significato profondo della nostra norma sul fine vita siano emersi con chiarezza nel momento in cui in Consiglio regionale è stata votata da una larga maggioranza. Un risultato netto, che ha dato dignità e legittimità alla scelta compiuta. Questa legge si ispira ai principi fissati dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 242 del 2019: quando ci sono condizioni di dipendenza totale da trattamenti medici, una patologia irreversibile, una sofferenza fisica o psicologica giudicata intollerabile da chi la vive, e quando queste condizioni sono accertate da una commissione multidisciplinare e da una persona pienamente consapevole, allora deve essere possibile intraprendere un percorso medicalmente assistito verso il fine vita. La Regione Toscana ha voluto affrontare questo tema con grande rigore e responsabilità. Abbiamo approvato una legge che definisce modalità organizzative, come chiarisce anche il titolo stesso della legge: modalità per attuare i principi già affermati dalla Corte Costituzionale. Nulla di più, ma neanche nulla di meno. È su questa base che riteniamo infondato il ricorso presentato dal Governo e per questo ci costituiremo in giudizio davanti alla Corte Costituzionale”.
Quindi Giani: “Il conflitto sollevato è, in fondo, una questione di attribuzione di poteri tra Stato e Regione: e noi rivendichiamo con forza la competenza regionale sull’organizzazione dei servizi sanitari, come riconosciuto dalla Costituzione”.
CINZIA GORLA