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Desertificazione bancaria in Toscana, sì ad osservatorio regionale

Desertificazione bancaria in Toscana, sì ad osservatorio regionale

Desertificazione bancaria in Toscana, la chiusura progressiva degli sportelli bancari riduce l’accesso ai servizi finanziari per i residenti in determinati territori e ha conseguenze particolarmente rilevanti nelle aree interne, rurali e montane, dove anche le alternative digitali sono spesso insufficienti a causa della mancanza di infrastrutture adeguate. Per contrastare il fenomeno, che comporta un “isolamento crescente per le persone residenti in queste aree, con un rischio di esclusione sociale ed economica”, specie per le fasce della popolazione d’età più avanzata, e ha come ulteriore effetto anche quello di una difficoltà di finanziamento delle piccole e medie imprese dei territori considerati”, la commissione istituzionale per il sostegno, la valorizzazione e la promozione delle aree interne della Toscana, presieduta da Marco Niccolai (Partito Democratico) ha approvato con voto unanime una proposta di risoluzione in merito all’istituzione di un osservatorio regionale sulla desertificazione bancaria. L’atto d’indirizzo passa ora all’esame dell’aula, impegna la giunta regionale a “istituire un osservatorio regionale sulla desertificazione bancaria, coinvolgendo tra gli altri le rappresentanze istituzionali, le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali ed i principali soggetti del settore bancario presenti sul territorio toscano, con il compito di monitorare l’evoluzione del fenomeno, raccogliere e analizzare dati aggiornati sulle chiusure degli sportelli, nonché di promuovere soluzioni mirate a garantire la presenza di tali servizi nelle aree più svantaggiate tenendo conto delle specifiche esigenze dei territori”.

 

In Toscana, si legge nel testo della proposta di risoluzione, la desertificazione bancaria ha già “un impatto rilevante: 46mila persone risiedono in Comuni che non registrano la presenza di alcuna banca e 103mila persone risiedono in Comuni che hanno un solo sportello bancario. Inoltre il 9,5 per cento dei comuni toscani non dispone di sportelli bancari e un ulteriore 18 per cento ha solo una filiale operativa”. Per quanto riguarda le imprese toscane, “2mila900 hanno sede in Comuni che non vedono la presenza di alcuna banca e 7mila400 imprese hanno sede in Comuni con un solo sportello bancario”. Nel complesso, la superficie del territorio toscano priva di sportelli bancari  “è pari al 5 per cento del totale”.

 

“Purtroppo, oltre agli sportelli, vengono spesso chiusi anche gli atm, con un ulteriore danno all’utenza ed è già emerso con chiarezza che alla chiusura degli sportelli bancari corrisponde una riduzione degli affidamenti alle imprese locali. Tutto questo accade il più delle volte con una scarsa o tardiva comunicazione agli enti locali”, spiega Marco Niccolai. “Vogliamo che il mondo bancario si senta responsabilizzato. Servono tempi rapidi per l’attivazione dell’osservatorio”.

 

Nel testo che il Consiglio regionale ha già approvato una risoluzione il 21 febbraio 2023, sottolineando la necessità di interventi urgenti per mitigare gli effetti negativi della riduzione degli sportelli bancari e impegnando la giunta regionale a promuovere azioni a livello nazionale e locale per garantire la permanenza dei servizi bancari nelle aree più svantaggiate e per sostenere le comunità che risentono maggiormente della chiusura delle filiali. L’istituzione di un osservatorio regionale “può essere uno strumento efficace per monitorare l’andamento delle chiusure degli sportelli e analizzare in modo puntuale le esigenze delle diverse comunità”. Questo organismo “potrebbe favorire la raccolta di dati aggiornati, l’analisi delle criticità specifiche del territorio e la promozione di iniziative mirate a mantenere una rete minima di servizi bancari anche nelle aree meno servite, coinvolgendo le istituzioni, le associazioni di categoria e le rappresentanze sindacali in un dialogo costante per sviluppare soluzioni innovative”. Potrebbe inoltre “contribuire a individuare buone pratiche già sperimentate in altre regioni, come la creazione di sportelli mobili o la collaborazione con altre istituzioni locali per garantire un punto di accesso ai servizi bancari, adattando tali soluzioni alle specificità del territorio toscano e favorendo il mantenimento di un servizio di prossimità per i cittadini che vivono nelle aree a rischio di desertificazione”.

 

“La desertificazione bancaria crea disagi enormi specie alle persone più anziane- dichiara il consigliere regionale Maurizio Sguanci (Italia viva) –Si dovrebbe definire e garantire una distanza massima che tenga conto della possibilità di spostamenti della popolazione”.

 

“Anche noi siamo favorevoli, sebbene sappiamo che gli osservatori possono fare o non fare”, dice Luciana Bartolini (Lega). “Serve cercare soluzioni mirate a garantire la presenza dei servizi nelle aree interne, per aiutare queste zone a non spopolarsi di più”.

 

“Il tema di questo atto d’indirizzo –evidenzia Cristiano Benucci (Pd) – ci permette di concentrarci su un servizio che è privato, ma ha effetti molto rilevanti sulla popolazione. C’è una generazione che ha ovvie difficoltà nell’utilizzare servizi telematici. L’osservatorio può essere il luogo in cui si discute con i grandi gruppi bancari”.

 

“Andiamo incontro alla richieste dei sindacati sentiti in audizione”, ricorda Elena Rosignoli (Pd), che sottolinea l’importanza di sostenere anche la presenza di Atm. Il consigliere Marco Martini (Pd) fa presente anche la necessità di evitare di appesantire la viabilità “l’osservatorio è un passo importante, non sarà sufficiente: occorre uno screening per individuare le chiusure programmate nel prossimo anno e si dovranno cercare forme d’incentivazione”.

 

CINZIA GORLA

© Riproduzione riservata

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