C’è poi un tema di controlli e monitoraggio, “che spetta in parte alle aziende sanitarie come datori di lavoro – specifica l’assessore –  e in parte anche alle altre istituzioni dello Stato preposte all’ordine pubblico. In quanto luoghi pubblici, le strutture sanitarie richiedono un’attenzione particolare ”.

“I dati raccolti dall’osservatorio ci dicono che una percentuale importante delle aggressioni si sviluppa nei pronto soccorso, nei reparti di salute mentale e negli ambulatori delle guardie mediche che di notte sono sole.”

 

“In Toscana – conclude – esiste un piano di lavoro condiviso che stiamo portando avanti con impegno e determinazione per tutelare il personale e permettere alle nostre professioniste e professionisti, a tutte e tutti i volontari di svolgere il loro lavoro senza il rischio di subire aggressioni verbali e fisiche”.

Gli interventi della Regione: segnalazioni on line e misure per la sicurezza
Tra le azioni a valle programmate la Regione sta mettendo a punto una procedura on line, semplificata,  per segnalare episodi di aggressione. Consentirà a ciascuna professionista di farlo in autonomia, in qualsiasi momento della giornata e da qualsiasi luogo: basterà avere un acceso ad internet.  Le segnalazioni arriveranno  in tempo reale ai responsabili per la sicurezza delle singole aziende e automaticamente alimentaranno l’archivio dell’Osservatorio regionale e nazionale, con maggiore celerità e un flusso pressochè continuo. La demo del nuovo portale, che entrerà in funzione nei prossimi mesi, è stata presentata nel corso dell’incontro ad Health Meyer Campus.

La sicurezza non è in ogni caso un tema che si possa affrontare a compartimenti stagni, sottolinea il direttore dell’assessorato alla sanità regionale Federico Gelli.  “E così, se per fermare le aggressioni al personale della sanità è innegabile che occorra prima di tutto creare uno spirito positivo tra gli utenti, spiegare come funziona una struttura sanitaria e quali sono le variabili che influiscono sui tempi di presa in carico –  migliorare anche la comunicazione con i parenti che aspettano in sala di attesa, utilizzando magari app e nuove tecnologie per seguire in tempo reale il percorso diagnostico di chi arriva al pronto soccorso – sono poi utili anche   strumenti per aumentare il grado di tutela del personale: pulsanti di allarme per segnalare situazioni di emergenza ed essere geolocalizzati, telecamere di videosorveglianza ben visibili, dispostivi per controllare gli accessi, illuminazione adeguata”.

Su tutti e due i fronti la Regione è impegnata con un progetto che vede un investimento di due milioni e 100 mila euro in due anni, tra il 2024 e 2025.