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QUARRATA – A 80 anni dalla morte, l’amministrazione comunale di Quarrata ha ricordato Modesta Rossi, partigiana, moglie, madre di 5 figli e medaglia d’oro al valore militare alla memoria.
Si è tenuta lunedì 16 settembre nella sala consiliare del Comune di Quarrata la serata in ricordo di Modesta Rossi (1914-1944) torturata e uccisa, insieme al suo ultimo figlio di 13 mesi, perché si rifiutò di dare informazioni ai tedeschi che cercavano il marito e altri partigiani durante i rastrellamenti del 1944.
A ricordarla sono intervenuti il sindaco di Quarrata Gabriele Romiti, l’assessore comunale Simone Niccolai, Emanuele Vannucci dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia, Piergiorgio Pacini di Anpi provinciale Pistoia e i figli di Modesta Rossi, Giovanni, Mario, Silvano e Gualtiero Polletti. A questi ultimi il Comune di Quarrata ha donato una targa in ricordo “affinché la storia del sacrificio di Modesta non venga mai dimenticata”.
“A 80 anni di distanza dal sacrificio di Modesta Rossi, partigiana, è un dovere civico continuare a ricordare la sua figura – commenta il sindaco di Quarrata Gabriele Romiti – A lei Quarrata ha intitolato una piazza e la città tutta, compresa l’amministrazione comunale, vuole continuare a tenere alto il suo ricordo e la sua lezione: quella di chi ha sacrificato la propria vita per difendere i valori della libertà e della democrazia, dedicandosi con tutto il proprio impegno alla causa della Resistenza contro l’occupazione nazifascista”.
“Se oggi viviamo in una democrazia lo dobbiamo a donne come Modesta Rossi, martiri-eroi, ispiratori della nostra Costituzione, sottoposta a continui attacchi da una parte di classe politica che ne vuole la riscrittura e che non riconosce il valore della Resistenza – afferma Piergiorgio Pacini, presidente provinciale Anpi Pistoia – Compito dei veri democratici è quello di fare da argine contro tutti i tentativi di riscrivere la storia. Una storia scritta da donne come Modesta Rossi, semplice contadina, che con il suo sacrificio ci ha donato la libertà”.
“Nonostante il loro importante contributo, alla fine della guerra donne come Modesta Rossi non hanno avuto il riconoscimento adeguato per il loro apporto alla lotta di liberazione – spiega Emanuele Vannucci dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia – La società dell’epoca infatti non vedeva di buon occhio donne che avevano passato diversi mesi a contatto stretto con uomini e in un ruolo diverso da quello tradizionale, Questa vergogna costrinse diverse partigiane a scegliere di non raccontare la propria esperienza nella resistenza o a raccontarlo a distanza di diversi anni”.
“Mi ricordo ancora com’era vestito chi ha ammazzato mia mamma: portava una canottiera bianca e un pantalone mimetico – ricorda tra le lacrime Mario Polletti, che all’epoca dei fatti aveva 7 anni – Quest’uomo uccise poi anche il mio fratellino di 13 mesi che mia madre stringeva al petto, e dopo lo gettò nel fuoco come fosse un pezzo di legno… Cercò di uccidere anche me prendendomi per un orecchio e cercando di gettarmi nel fuoco che nel frattempo aveva appiccato per bruciare la casa. Non so come mi sono salvato… So che, anni dopo quando ero più grandicello, devo ringraziare una persona di Quarrata, don Aldemiro Cinotti, parroco di Santonuovo, per aver aiutato me e i miei fratelli”.