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PISTOIA – Sarà il grande affresco barocco del Messiah di Händel il protagonista del secondo appuntamento della Stagione concertistica al Manzoni, promossa da Fondazione Teatri di Pistoia con il sostegno di Fondazione Caript, a cura di Daniele Giorgi, in programma sabato (20 dicembre) alle 20,30 al Teatro Manzoni.
Proposto nella versione riorchestrata da Mozart, l’oratorio è affidato alla Camerata Strumentale di Prato e al Coro Giovanile Italiano sotto la direzione di Filippo Maria Bressan, interprete di grande esperienza nel repertorio corale e oratoriale. Accanto a loro, quattro solisti specialisti del genere – Paola Valentina Molinari soprano, Sharon Carty contralto, Raffaele Feo tenore, Marco Saccardin basso – che prestano le loro voci a una narrazione musicale senza tempo.
A causa di improvvisa indisposizione, il soprano Silvia Frigato è sostituita da Paola Valentina Molinari.
Il Messiah di Händel è un’opera monumentale e insieme intima, che attraversa i temi eterni della nascita, della morte e della redenzione con una forza espressiva che, a quasi tre secoli dalla sua creazione, continua a commuovere e a interrogare. Scritto in poche settimane nel 1741, il Messiah è forse l’oratorio più celebre della storia: un flusso musicale che alterna pagine corali di travolgente energia a momenti di struggente lirismo, tra cui l’Hallelujah, simbolo universale di gioia e trascendenza. Quarant’anni più tardi, a Vienna, il barone van Swieten commissionò a Mozart una rielaborazione del capolavoro handeliano: non un tradimento, ma un atto di devozione, che rileggeva la partitura alla luce del gusto e delle sonorità classiche. Ai fiati barocchi si sostituiscono clarinetti e tromboni; l’orchestra si arricchisce di nuove sfumature timbriche, e la scrittura acquista una brillantezza diversa, capace di dialogare con l’estetica mozartiana senza perdere la tensione spirituale originaria. Un incontro unico fra due giganti della storia, Händel e Mozart, che permette di ascoltare il Messiah in una veste insieme familiare e sorprendente: un’opera che parla ancora oggi con la stessa intensità di un tempo, sospesa tra dimensione teatrale e spiritualità universale.
Così Daniele Giorgi illustra i contenuti dei prossimi due appuntamenti della Stagione concertistica al Manzoni, da lui curata: “Dopo l’apertura con Leonore, Alena Baeva e Peppe Servillo (29 novembre) e il monumentale Messiah di Händel riorchestrato da Mozart (20 dicembre), venerdì 6 febbraio, il palcoscenico del Manzoni ospiterà I solisti di Pavia e Alexander Gavrylyuk, pianista di caratura internazionale, noto per l’energia travolgente e la lucidità del pensiero musicale. Il programma è un vero e proprio viaggio nel Novecento, tra jazz e neoclassicismo: dalla Rhapsody in Blue di Gershwin al Concerto per pianoforte, tromba e archi di Šostakovič, passando per Stravinskij e Barber, in un susseguirsi di atmosfere contrastanti, sempre sorrette da un virtuosismo brillante. Un altro viaggio – ma di natura diversa, visionaria e profondamente autoriale – sarà quello proposto da Giovanni Sollima con Al Bunduqiyya – The Lost Concerto, che unisce pagine originali, trascrizioni e rielaborazioni di materiali antichi e popolari (venerdì 27 febbraio). Insieme all’ensemble Il Pomo d’Oro e al violinista Federico Guglielmo, Sollima costruisce un percorso musicale che attraversa Venezia, Cipro, l’Albania arbëreshë, in un racconto fatto di evocazioni, contrasti e memorie.


