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PISTOIA – “Nel 2025 Confcommercio ha investito molto sul territorio, e continuerà a farlo, nonostante il preoccupante stallo della città su tutte le partite che contano”. L’hanno detto Gianluca Spampani (presidente di Confcommercio) e Tiziano Tempestini (direttore Confcommercio) e in occasione del tradizionale brindisi di fine anno.
“Confcommercio – proseguono i vertici dell’associazione – investe sul territorio a dispetto di uno scenario di grave difficoltà, perché la riteniamo una necessità. Lo facciamo sui servizi, sulla forza lavoro, sulle competenze, riversando nuove risorse su Pistoia. A fronte di questo, ci troviamo a vivere una situazione di difficoltà evidente a livello di città. Un quadro che va aggravandosi anno dopo anno, e che è stato debitamente fotografato dalle recenti ricerche diffuse dalla nostra Confederazione nazionale. Pistoia è maglia nera in Toscana in tema di attrattività turistica e di esercizi commerciali persi negli ultimi anni, e gli studi prospettano che da qui al 2035 possa chiudere il 27 per cento delle attività che rappresentiamo. Un vulnus economico, sociale e culturale che si profila incolmabile, se non interveniamo adesso”.
“Eppure – osservano – le istanze di settori cruciali per il destino della città, che necessitano di essere salvaguardati e rilanciati, restano inascoltate da anni. Da tempo abbiamo avanzato la necessità di lavorare su un grande piano pluriennale per il destino economico della città, che passi dai Distretti del commercio, dal riposizionamento di alcune funzioni centrali della vita pubblica nel centro storico, dagli incentivi alle nuove aperture d’impresa. Tutti appelli che hanno trovato interlocutori sordi o distratti. Nel frattempo, il commercio che ha trainato la città negli ultimi cinquant’anni, arretra per la prima volta”.
“Ma ci sono altri aspetti che sono stati lasciati completamente al loro destino. Pensiamo alla partita del turismo: sulla Dmo, invocata da anni, nulla è stato fatto. Eppure, è sufficiente dialogare con le forze economiche della città per accorgersi che la mancanza di attrattività turistica di Pistoia l’ha relegata, nel tempo, a meta di passaggio. Rispetto ad un tema così dirimente per il destino del territorio, il torpore è profondo. Non ultima la partita delle infrastrutture: Pistoia necessità da anni di una migliore accessibilità, di parcheggi funzionali, di collegamenti viari che ne facilitino la frequentazione. Anche in questo senso lo stallo è allarmante. Oggi la competizione economica si sviluppa tra territori, e le aziende possono incontrare risultati soltanto a patto di operare in un contesto vitale”.
“Comprendiamo quindi – concludono Spampani e Tempestini – come mai in questa fase sia necessario mettere a disposizione tutta la nostra forza organizzativa, unita alla capacità di ispirare un cambiamento, a fronte di scelte di sviluppo che fino ad ora non si sono dimostrate all’altezza. Oggi un intero sistema economico che ha fatto la storia e la fortuna della città rischia di ripiegarsi su sé stesso. Anzi, sta già succedendo. Viene da chiedersi per quanto ancora sarà possibile concedersi il lusso di fare da spettatori”.
“La città – ha aggiunto il vicepresidente per Pistoia, Filippo Gruni – ha bisogno di fare sue alcune priorità per svoltare, facilitando chi vuole fare impresa. Penso a mobilità e collegamenti migliori, a nuovi spazi per l’innovazione, fisici e digitali, che riuniscano giovani professionisti, ad incentivi e agevolazioni per chi intende aprire una nuova attività, alla valorizzazione del centro e dei quartieri non tramite eventi spot, ma con una strategia mirata. Serve un piano, una rotta tracciata e netta per il futuro della città e dell’area metropolitana”.


