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PISTOIA – Celebrata anche a Pistoia la patrona dei Carabinieri, la Virgo Fidelis.
Nella mattinata del 21 novembre alla chiesa di San Bartolomeo in Pantano di Pistoia, in piazza San Bartolomeo, alla presenza delle massime autorità militari, civili e religiose della provincia, tra i quali il comandante provinciale dei Carabinieri di Pistoia, colonnello Fabio De Rosa, e il prefetto della Provincia di Pistoia, Licia Donatella Messina, si sono svolte le celebrazioni anche dell’83’esimoanniversario della battaglia di Culqualber e della Giornata dell’Orfano officiate da Monsignor Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia, che hanno visto la nutrita partecipazione di appartenenti all’Arma in servizio ed in congedo accompagnati da numerosi congiunti nonché la presenza dei familiari delle vittime del dovere residenti in provincia.
Con l’appellativo di Virgo Fidelis la Vergine Maria è divenuta Patrona dell’Arma dei Carabinieri dall’11 novembre 1949, data di promulgazione del breve relativo di Papa Pio XII, che in tal senso aveva accolto il voto unanime dei cappellani militari dell’Arma e dell’ordinario militare per l’Italia.
Il titolo di Virgo Fidelis era stato sollecitato in relazione al motto araldico dell’Arma “fedele nei secoli“.
La ricorrenza della Patrona è stata fissata dallo stesso Pontefice il giorno 21 del mese di novembre, in cui cade la Presentazione di Maria Vergine.
La preghiera del Carabiniere alla Virgo Fidelis è dell’arcivescovo Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, che nel 1949 era ordinario militare.
Nella stessa data ricorre l’83esimo anniversario dell’eroica difesa del caposaldo di Culqualber da parte del I Battaglione carabinieri e Zaptiè allorquando, il 21 novembre 1941, valorosamente si sacrificarono in una delle più cruente battaglie in terra d’Africa.
Per il valore dimostrato in quell’occasione, la bandiera dell’Arma venne insignita della seconda Medaglia d’oro al valor militare, con la seguente motivazione: “Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa l’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi. Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri fusi in un solo eroico blocco simbolico delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma” (Culqualber – Africa Orientale, agosto-novembre 1941).
Nel discorso tenuto per la ricorrenza, il colonnello De Rosa ha inoltre espresso un sentito e affettuoso pensiero agli orfani dei militari dell’Arma, di cui oggi si celebra la giornata, su cui maggiormente gravano i dolorosi lutti.