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Pistoia e Pescia, in crescita gli accessi ai centri Caritas. Il nuovo allarme è il lavoro povero

La maggior parte delle persone che chiedono aiuto sono stranieri, ma di riduce il divario con gli italiani, fra i quali prevalgono gli over 65

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PISTOIA – Presentato dalla diocesi di Pistoia il rapporto sulla povertà della Caritas.

Sono entrati a sistema i dati raccolti dai 39 centri di ascolto delle Diocesi di Pistoia e di Pescia, guidate in persona episcopi da monsignor Fausto Tardelli, e le analisi che sono possibili abbracciano tanti aspetti.

“La collaborazione fra le due diocesi è certamente un’esperienza arricchente – sottolinea il direttore della Caritas Pistoia, Marcello Suppressa -. I due territori sono molto diversi e anche le esperienze pastorali finora vissute. La situazione generale, anche a livello nazionale, è caratterizzata da una crisi che non tende a subire un cambiamento. Le guerre e le instabilità geopolitiche poi aggravano la situazione economica mondiale e nazionale. Mancano investimenti sostanziosi sul welfare e purtroppo chi è povero è sempre più povero”.

I dati

I Centri di Ascolto e Centri operativi delle due Caritas diocesane nel primo semestre del 2024 hanno incontrato complessivamente 2552 persone, con un aumento del 9,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’incremento si deve principalmente alla maggiore capillarità della ricerca sul territorio pesciatino, mentre in riferimento a Caritas Pistoia le presenze restano tutto sommato costanti rispetto all’anno precedente (-2,8%), ma comunque costantemente superiori rispetto agli anni pre-covid, con un aumento in doppia cifra (+10%).

La maggior parte delle persone incontrate dalle due Caritas hanno nazionalità straniera, seppur la differenza con gli italiani attesti una forbice inferiore ai 10 punti percentuali (54,5 a 45,5). La popolazione straniera maggiormente rappresentata è quella dell’Albania seguita a pochi decimali da quella del Marocco. La presenza albanese è forte su entrambi i territori, mentre la popolazione marocchina è soprattutto concentrata sul territorio della Diocesi di Pistoia, dove risulta addirittura la prima nazionalità straniera (26,8% del totale degli stranieri incontrati dai Centri di Caritas Pistoia). La terza nazione più rappresentata è quella della Nigeria, che ha una maggiore concentrazione percentuale nella Diocesi di Pescia (22,7% del totale degli stranieri incontrati dai Centri di Caritas Pescia).

Tra gli altri dati che vanno a costituire l’ossatura delle maggiori problematicità riscontrate, nel dossier 2024 emerge come circa un terzo degli italiani che hanno richiesto aiuto sia over 65, confermando il trend che vede un aumento dell’età anche negli stranieri (il 6,6% ha più di 65 anni). Il 20% del totale delle persone incontrate dalle Caritas delle due Diocesi risulta occupato, confermando l’aspetto dell’aumento dell’incidenza del lavoro povero che il territorio sta vivendo ormai da tempo.

“Oggi, assieme alla Caritas diocesana di Pistoia, presentiamo i dati relativi ai bisogni intercettati dai Centri di Ascolto diocesani e parrocchiali, nei primi sei mesi dell’anno corrente – ricorda Cristina Brizzi, direttrice della Caritas diocesana di Pescia -.Un lavoro che ci ha visti camminare insieme e che ci porterà a trovare soluzioni concrete affinché i più bisognosi possano divenire protagonisti e non solo spettatori della vita delle comunità ecclesiali. Papa Francesco ci invita ad essere cuore e mani tra la gente, a recuperare i rapporti umani e restituire la dignità a chi rischia di perderla. Attraverso lo stile che è proprio di Caritas, ci impegneremo ad accompagnare anche le Caritas parrocchiali per il raggiungimento di questo fine. Il tutto in sinergia con gli altri attori, ecclesiali e non, del territorio, per un accompagnamento migliore delle singole situazioni di povertà”

“Il lavoro povero è una realtà – conclude Suppressa – gli stipendi sono esattamente quelli di sempre, mentre il caro vita è schizzato alle stelle. I lavoratori sono sottopagati e non tutelati, una famiglia non riesce, pur con mille sacrifici, a far quadrare il bilancio”.

Un pensiero, in conclusione, alle tantissime persone che sono dietro questi numeri, anche dal lato di chi accoglie.

© Riproduzione riservata

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