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PISTOIA – “Nelle nostre città i dehors sono spazi che creano da sempre socialità, qualità della vita, decoro e sicurezza. Per questo è necessario che le istituzioni li tutelino e ne favoriscano la diffusione”. A dirlo è Daniele Andreotti, vicepresidente di Fipe Confcommercio per Pistoia, che interviene sul recente passaggio in consiglio dei ministri del Disegno di legge concorrenza 2023.
Il testo include la delega al governo ad adottare, entro 12 mesi, un decreto legislativo per il riordino e il coordinamento delle disposizioni concernenti la concessione di spazi e aree pubbliche di interesse culturale o paesaggistico alle imprese di pubblico esercizio, per l’installazione dei dehors, prorogando altresì l’efficacia delle autorizzazioni e delle concessioni per l’utilizzazione del suolo pubblico fino al 31 dicembre 2025 e, comunque, fino alla data di entrata in vigore del decreto legislativo.
“Un obiettivo – spiega Andreotti – rispetto al quale la Fipe ha lavorato molto ad ogni suo livello, persuasa dalla funzione sociale che questi spazi assumono in tutti i contesti cittadini italiani. I dehors, infatti, assolvono ad una pluralità di funzioni che riguardano il benessere della collettività e che, per questo, devono essere salvaguardate”.
“Mi riferisco – prosegue – alla dimensione di convivialità che sono in grado di creare, contrastando le solitudini e riconnettendo la città con alcune funzioni fondamentali. Alla qualità della vita che questi contesti favoriscono, intercettando trasversalmente generazioni differenti. Al senso di comunità che riescono ad esprimere. Oltre a questo, i dehors, con le loro luci, sono i luoghi della sicurezza percepita e della legalità praticata, che contrasta, a Pistoia come altrove, ogni forma di abusivismo rispondendo in modo corretto alla domanda di socialità”.
“In questo senso – conclude Andreotti – i dehors, per il modo in cui vengono curati, diventano anche presidio indispensabile per il decoro urbano e attraggono sia residenti che visitatori esterni. Da questo stare insieme deriva anche la loro ultima funzione: l’educazione e il rispetto per l’altro, valori indispensabili per la nostra vita comune. Ecco perché semplificare gli iter burocratici che li riguardano è indispensabile: la questione non riguarda i pubblici esercizi, ma l’intera comunità”.