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Economia, Confcommercio e Confesercenti: “Il terziario tiene in un momento di crisi”

Le associazioni di categoria commentano i dati della Camera di Commercio: "Segnali di stabilità in un contesto difficile, i nostri settori restano vitali"

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PISTOIA –  “Il quadro tracciato dalla Camera di Commercio conferma ciò che da tempo rileviamo: l’imprenditoria locale resta sotto pressione, ma il terziario tiene, segnalando una sostanziale stabilità. In un contesto di incertezza, questo è un elemento che non va sottovalutato”. Lo dicono i presidenti di Confcommercio Gianluca Spampani e di Confesercenti Pier Luigi Lorenzini, commentando i dati recentemente resi pubblici.
“Questi numeri – dicono – fotografano una sofferenza del manifatturiero, una leggera flessione per il commercio, un segno positivo per il comparto dei servizi alle imprese e alla persona ed una singolare dinamica del turismo, con bar e ristoranti che registrano un segno negativo ed una crescita per le strutture ricettive del +4,8%. Il tutto porta un saldo tra imprese iscritte e cessate di +95″.
Secondo l’analisi, al 30 giugno sono 27064 le aziende attive a Pistoia e provincia, sostanzialmente in linea con lo scorso anno. Il comparto dei servizi mostra una crescita significativa, sintomo della vitalità di un settore che oggi rappresenta uno degli architravi dell’economia provinciale. “La forza manifestata da questo settore – proseguono – si conferma fondamentale all’interno di un quadro che si presenterebbe, altrimenti, alquanto più fragile. È da qui, allora, che bisogna ripartire per sostenere la crescita e contrastare lo stallo che pesa sulla manifattura e sulla produttività”.
“Il terziario si manifesta come elemento di congiunzione della crescita e della tenuta sociale. Ora bisogna consolidarlo e qualificarlo investendo nel digitale, nella comunicazione, formazione e meno burocrazia. Un tema quest’ultimo che ci viene sollevato spesso e volentieri dalle nostre imprese, fatto di carte, timbri, autorizzazioni, file interminabili, controlli, tempo prezioso sottratto al proprio lavoro. E, qualora venga riscontrato qualcosa che non va, laddove possibile occorre collaborare con le imprese anziché applicare sanzioni. Queste azioni, insieme ad altre politiche attive da esercitare sul territorio, permetterebbero di stabilizzare e incrementare anche l’occupazione“.
Le due associazioni evidenziano anche un altro aspetto: “Ci ha particolarmente impressionato il fatto, di per sé ormai un’evidenza, che anche le catene di negozi, che compiono le loro valutazioni sulla base di dati, statistiche e analisi accurate, stiano mettendo in discussione la tenuta del centro. La preoccupazione che manifestano deve, di riflesso, essere condivisa da tutti gli altri attori dell’economia cittadina. Se anche i grandi marchi faticano a mantenere le posizioni acquisite in centro, occorre interrogarsi su quale futuro costruire per la vitalità commerciale delle città”.
“Il nostro compito – concludono Spampani e Lorenzini– non si esaurisce nell’analisi della fotografia attuale: siamo costantemente al lavoro per creare condizioni e opportunità nuove. Sostenere i servizi, accompagnare le imprese, rafforzare il tessuto commerciale dei centri: sono le priorità che dobbiamo perseguire per restituire slancio al territorio, abilitare un cambiamento e invertire un trend che altrimenti rischia di consolidarsi“.

© Riproduzione riservata

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