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PISTOIA – Il dipinto raffigurante Radamisto che uccide Zenobia torna a Pistoia. L’opera del pittore fiorentino Luigi Sabatelli è rientrata nei giorni scorsi nella Sala dell’Ottocento del Museo Civico d’arte antica, dopo essere stato esposto per 9 mesi alla mostra Antonio Canova e il Neoclassicismo a Lucca, a cura di Vittorio Sgarbi alla Cavallerizza.
La mostra, progettata e prodotta da Contemplazioni, ha offerto un importante approfondimento sulle origini e lo sviluppo del neoclassicismo in terra lucchese. Oltre 100 opere per un percorso suggestivo tra pittura e scultura, che ha riunito opere di Antonio Canova provenienti dal Museo Gypsotheca di Possagno oltre che da prestigiose collezioni pubbliche e private, e di alcuni dei più celebri pittori internazionali dell’epoca come Francisco Goya, Francesco Hayez, Angelica Kauffmann, a confronto con esponenti lucchesi e toscani del neoclassicismo, attivi tra la seconda metà del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento, tra cui Pompeo Batoni, Bernardino Nocchi, Stefano Tofanelli e Lorenzo Bartolini.
Tra le opere esposte anche il dipinto a olio su tela di Luigi Sabatelli (Firenze 1772 – Milano 1850) con Radamisto che uccide Zenobia, proveniente dalla Collezione Puccini. Il dipinto fu commissionato al pittore fiorentino da Tommaso Puccini, direttore delle Gallerie degli Uffizi, e realizzato nei primi anni del 19esimo secolo. Fu spedito a Pistoia pochi mesi dopo la morte di Tommaso Puccini, nel 1811, e giunse in eredità al nipote Niccolò, appassionato collezionista, che lo custodì nella sua Villa di Scornio. Rimasto invenduto all’asta della collezione Puccini del 1862, passò nella proprietà del Comune di Pistoia nel 1914, e dal 1977 è esposto nella Sala dell’Ottocento del Museo Civico.
Nel catalogo della mostra, edito da Contemplazioni, all’opera pistoiese è dedicata una scheda critica a cura di Giulia Coco.