Getting your Trinity Audio player ready...
|
PISTOIA – Biblioteca San Giorgio, fino al 4 luglio ospiterà la mostra Aviero. Il labirinto della vita: la ricerca del Minotauro, a cura di Maurizio Vanni e Ilaria Magni, prodotta in collaborazione con l’associazione culturale Mosaika di Verbania. Sculture e dipinti dell’artista toscano Aviero Bargagli si immergeranno nell’affascinante e dibattuto tema del labirinto e del mito del Minotauro.
La mostra, aperta già dal 10 giugno, sarà inaugurata sabato (14 giugno) alle 17 alla presenza dell’artista.
Il labirinto è una leggendaria costruzione architettonica con una pianta così tortuosa da rendere difficile l’orientamento e, di conseguenza, l’uscita. È un simbolo molto antico che ricorre con frequenza nella storia dell’umanità e nella storia dell’arte. In generale, rappresenta i percorsi che conducono alla consapevolezza del sé e alla conoscenza: nel labirinto non ci si perde, ma ci si ritrova.
“Per Aviero – scrive Maurizio Vanni – il labirinto corrisponde a una struttura archetipica che riflette e determina il nostro modo di pensare il mondo, il nostro rapporto con le sfide della quotidianità, con la presa di coscienza di tutte le questioni e le problematiche che condizionano la nostra esistenza. È come se i suoi racconti visivi si mettessero in contatto diretto con il destino, con le logiche dei valori che disciplinano l’esistenza, con quella necessità espressiva che asseconda l’innata tensione verso le forme che prendono consistenza davanti ai nostri occhi e ci preparano ad esperienze estetiche sempre nuove”.
Il labirinto è anche simbolo di un viaggio fisico e mentale alla ricerca dell’essenza della realtà. Secondo Aviero rappresenta la ricerca della verità, sempre più complessa nel mondo attuale.
“La vera sfida – evidenzia Ilaria Magni – non è trovare l’uscita dal labirinto: è accettare di abitarlo. Aviero ci invita a guardare il Minotauro non con timore, ma con comprensione, a vedere in lui non il pericolo, ma la possibilità di un nuovo sguardo sul mondo. Perdersi nel labirinto sta a significare il voler ricominciare, accogliere la possibilità di cambiare vita, girare pagina e andare incontro a una nuova esistenza”.
“Il Minotauro – sottolinea Aviero – rappresenta l’essere diverso, portatore di verità, isolato, escluso e abbandonato dalla società, ma solo perché non corrisponde a determinati canoni condivisi, e non lo conosciamo. Il più delle volte, la diversità e la non convenzionalità fanno paura”.
Rileggendo il mito l’artista toscano propone così una riflessione sul concetto di diversità e sull’incontro tra mondi e identità. Il Minotauro non è più il mostro da abbattere, ma una figura complessa, tragica e profonda, proposto dall’artista come una figura pacifica e accogliente.
Aviero Bargagli, in arte Aviero, nasce ad Arcidosso (Grosseto) nel 1941. Affascinato fin da giovane dal legno, inizia a scolpire all’età di venti anni. Ai lavori a tuttotondo in legno d’olivo o in altri materiali di recupero (grande attenzione ai temi della sostenibilità), unisce una grande produzione grafica. Il suo percorso espositivo professionale inizia alla fine degli anni Settanta con inviti a mostre e rassegne collettive in Italia e all’estero (Firenze, Viareggio, Ferrara, Roma, Livorno, Follonica, Grosseto, Massa Marittima, Volterra, Piombino, Antibes, Riga, Lichtenstein, ecc.). Ha ricevuto premi prestigiosi e alcune sue opere fanno parte di collezioni private e pubbliche: tra le altre, un’importante opera monumentale è stata collocata nel centro della città di Follonica; un’altra è stata acquisita dal Sachsiche Museen Daetz-Centrum di Lichtenstein (Germania). I suoi percorsi creativi, fortemente umanistici, hanno a che fare con i sentimenti e l’animo umano, con riflessioni esistenziali e filosofiche, con stati d’animo del qui e ora.
Orari mostra: lunedì dalle 14 alle 19, da martedì a sabato dalle 9 alle 19.