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Al Teatro Manzoni di Pistoia un’altra prima regionale: ‘La pulce nell’orecchio’ di Feydeau

Mercoledì 12 e giovedì 13 marzo il testo del drammaturgo francese adattato e tradotto da Carmelo Rifici assieme a Tindaro Granata

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PISTOIA – La stagione di prosa dei Teatri di Pistoia si conclude con un’altra prima regionale, La pulce nell’orecchio di Feydeau. 

Lo spettacolo, coprodotto da Lac Lugano Arte e Cultura / Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, arriva sul palco del Teatro Manzoni, eccezionalmente in due date infrasettimanali, mercoledì 12 e giovedì 13 marzo (alle 20.45).

Carmelo Rifici affronta la regia di una commedia facendo cadere la sua scelta su questo esilarante vaudeville di Feydeau, di cui cura adattamento e traduzione insieme a Tindaro Granata. Il pubblico avrà anche la preziosa occasione di dialogare con la compagnia, giovedì 13 marzo (alle 18) al Teatro Manzoni di Pistoia, in un incontro, coordinato dal direttore artistico di Teatri di Pistoia, Saverio Barsanti e realizzato in collaborazione con Unicoop Firenze – Sezione soci Pistoia nell’ambito del ciclo Il Teatro nel carrello (ingresso libero fino ad esaurimento posti).

Il lavoro, pur mantenendo l’impianto originale del testo e rispettandone la vocazione, sottolinea lo spirito giocoso e selvatico della scrittura di Feydeau, ne cerca i piani nascosti, libera i singoli personaggi dal contesto borghese e valorizza i ruoli femminili.

In scena un brillante cast di dodici attori, molto affiatato: Giusto Cucchiarini, Alfonso De Vreese, Giulia Heathfield Di Renzi, Ugo Fiore, Tindaro Granata, Christian La Rosa, Marta Malvestiti, Marco Mavaracchio, Francesca Osso, Alberto Pirazzini, Emilia Tiburzi, Carlotta Viscovo. Scene e costumi sono firmati, rispettivamente da Guido Buganza e Margherita Baldoni. Alessandro Verazzi cura le luci, le musiche sono di Zeno Gabaglio.

Negli anni, il lavoro di indagine registica di Rifici si è focalizzato sul tema del linguaggio e sulle sue ambiguità. Con La pulce nell’orecchio siamo di fronte ad una farsa sul linguaggio, o meglio ad una farsa di linguaggi. I rapporti umani tracciati da Feydeau sono costruiti sulla sagacia delle parole ma, a differenza delle grandi commedie di Shakespeare, il commediografo francese impone allo spettacolo una macchina comica perfetta: un orologio di rara precisione che porta i suoi personaggi e il loro modo di parlare oltre il ‘gioco’ linguistico fine a se stesso, di puro intrattenimento ed evasione, con lo scopo di estrapolarne il massimo potenziale teatrale e la massima ridicolaggine umana.

“Ho cercato di rispettare la vocazione del testo – commenta il regista Rifici nelle note di sala – consapevole che la caricatura è un’arte serissima che necessita di un pensiero; significa caricare qualcosa che conosci nei colori e nel significato, evitando la psicologia, ma anche la parodia. Consapevole di ciò, ho chiesto agli attori di rispettare i tempi e ritmi matematici dettati da Feydeau, dando vita ad una “maschera” pertinente, senza mai perdere quel respiro capace di svelare i lati più sinistri e macabri della commedia. Come le grandi commedie di Molière e Goldoni, infatti, anche le commedie di Feydeau scivolano, di tanto in tanto, in un’inquietudine esistenziale dalla quale, però, l’autore cerca ogni volta di fuggire. Affinché questo groviglio di leggerezza e malinconia, di sfrenata allegria e cattiveria, potesse dipanarsi davanti agli occhi degli spettatori, ho spogliato la scenografia di quell’armamentario tradizionale di camere da letto, porte e suppellettili, invitando gli attori a muoversi allegramente in un luogo infantile fatto di parallelepipedi di gommapiuma, ennesima riprova che un ottimo testo superi sempre il proprio tempo. Una scelta che ritengo rispecchi la mia vocazione al contemporaneo che mi suggerisce di rileggere i classici con la sensibilità del presente.”

Al centro della vicenda, vi è una moglie, Raimonda, la quale, allarmata dal comportamento piuttosto freddo e distratto da parte del marito, l’assicuratore Vittorio Emanuele, sospetta che egli abbia un’amante. Il dubbio – la “pulce nell’orecchio” – le è nato dopo il ritrovamento di un paio di bretelle, simili a quelle indossate abitualmente dal consorte, all’Hotel Feydeau, un albergo assai equivoco nei pressi di Parigi. Per mettere alla prova la presunta infedeltà del marito, gli spedisce tramite un’amica, Luciana, un’appassionata e anonima lettera d’amore, cosparsa di profumo, in cui dà appuntamento all’uomo in quello stesso albergo, dove Raimonda si recherà per vedere se il coniuge cadrà nella trappola. Vittorio Emanuele, credendo però che il destinatario effettivo della lettera sia il suo migliore amico, Tornello, la consegna a quest’ultimo.Da qui si creerà una serie di fraintendimenti che indurrà tutti i personaggi ad incontrarsi all’Hotel Feydeau, dove, tra situazioni bizzarre, pareti girevoli, vecchietti che fungono da alibi, inaspettati sosia, sudamericani gelosi e travestimenti vari, cercheranno disperatamente di salvare le apparenze e di uscirne indenni.

Prevendita alla Biglietteria Teatro Manzoni Corso Gramsci, 125 | 0573.991609 – 27112 biglietteria@teatridipistoia.it (orario: martedì e giovedì 16-19, mercoledì 11-15, venerdì e sabato 11-13 e 16-19 e un’ora prima delle rappresentazioni)

Biglietteria il Funaro Via del Funaro, 16-18 | 0573.977225 mercoledì e giovedì 15.30/19.30.

© Riproduzione riservata

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