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A Lamporecchio è guerra sulla tariffa dei rifiuti. La sindaca: “Riequilibrati gli aumenti rispetto al 2023”

La sindaca Anna Trassi si è fatta 'certificare' da Alia Spa quanto affermato in Consiglio: "La tipologia di aumenti Tari è una scelta, ma i costi sono calcolati al netto dell'Iva"

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LAMPORECCHIO – Si infiamma il dibattito sulla tariffa dei rifiuti a Lamporecchio. La sindaca Anna Trassi, dopo un infuocato consiglio comunale sul tema spiega le scelte della sua amministrazione: riequilibrare nel 2024 gli aumenti patiti dalle utenze domestiche nel 2023 rispetto a quelle non domestiche. Che, peraltro, come confermato da Alia Spa, godranno di un conguaglio favorevole per un errore di calcolo nello scorso piano economico – finanziario.

Alia, a precisa richiesta formulata dalla giunta comunale di Lamporecchio circa la gestione delle tariffe Tari, ha infatti ufficialmente confermato quanto esposto dall’assessora Simona Meozzi nella seduta consiliare dello scorso 18 luglio, smentendo le accuse rivolte dal gruppo consiliare Futuro Presente all’attuale amministrazione: la Tari è stata calcolata, come previsto dalle norme, al netto dell’Iva.

Questi i chiarimenti del sindaco Anna Trassi sull’approvazione delle tariffe, avvenuta in sede di consiglio comunale: “Prima di riprendere l’attività istituzionale che ci vedrà impegnati fin dai primi giorni di settembre – dice – è mio dovere fare definitivamente chiarezza in ordine alle tariffe Tari 2024 approvate recentemente dal consiglio comunale, visto il rumore che si è generato nonostante la campagna elettorale sia finita da tempo con il risultato che tutti conosciamo. Durante la seduta consiliare del 18 luglio è stata votata la presa d’atto del Piano economico finanziario del servizio integrato di gestione dei rifiuti per l’anno 2024 oltre ad essere state approvate le tariffe Tari per l’anno 2024 (che verranno utilizzate per il calcolo della seconda bolletta conguagliata e della terza relativa al saldo)”.

“A seguito delle varie proposte tariffarie comunicate da Alia Spa – dice la sindaca – e caratterizzate da una diversa distribuzione/percentuale dei costi tra utenze domestiche e utenze non domestiche, la mia scelta è stata quella di adottare le tariffe la cui percentuale distributiva è pari a 58-42 per cento che, tradotte in importi numerici, hanno comportato un aumento medio dello 0,3% per i domestici e del 14,70% per i non domestici. Memore e consapevole dello scenario apertosi nel mese di gennaio di questo anno, allorquando i lamporecchiani si sono visti recapitare da Alia la bolletta relativa al saldo Tari calcolata sulla base delle tariffe 2023, approvate con delibera del consiglio comunale del 31 maggio 2023 dalla precedente mministrazione, questa scelta è dettata dalla doverosa necessità di “riequilibrare” le tariffe in modo da spalmare gli aumenti su tutte le utenze, avvicinandole così a quelle applicate dai comuni di tutto l’ambito territoriale (come auspicato da Ato), secondo la regola vigente del “chi più produce rifiuti, più paga”.  Non vi è chi non ricorda come le bollette emesse e calcolate con le tariffe Tari 2023 hanno determinato una vera e propria “bacchiata” per le utenze domestiche, che si sono viste aumentare mediamente il costo del servizio-rifiuti del ben 36 per cento, mentre sono state agevolate quelle non domestiche che hanno registrato addirittura una riduzione media del 43 per cento. All’inizio del nuovo anno, l’80 per cento delle utenze non domestiche (nel nostro comune sono circa 450 contro le 3500 circa di utenze domestiche) ha ricevuto bollette di poche decine di euro (addirittura mi è stata sottoposta all’attenzione, da una ditta individuale, una bolletta Tari di 1,50 euro con scadenza 28 febbraio 2024), ahimè ben altre cifre erano contenute nelle bollette delle famiglie”

“Infine, per tale scelta – dice ancora la sindaca – ha giocato un ruolo fondamentale la normativa fiscale italiana, la “quale, come ben sappiamo, consente solo alle utenze non domestiche (vale a dire, quindi, alle aziende) di recuperare integralmente l’Iva del 10 per cento, applicata in fattura, e di portare in detrazione l’imponibile essendo considerato costo per l’azienda. Al contrario, le utenze domestiche non beneficiano di questi aspetti fiscali, conseguentemente la spesa sostenuta per il servizio rifiuti rimane totalmente e definitivamente a carico delle famiglie”.

Durante il consiglio comunale, l’assessora di riferimento, Simona Meozzi, ha avuto modo di spiegare come il Pef, che rappresenta il costo totale del servizio integrato dei rifiuti in tutte le fasi in cui lo stesso si articola, stabilito da Alia ed approvato dai sindaci nell’assemblea Ato in data 11 aprile (quindi, quando era in carica l’uscente amministrazione Torrigiani) per l’anno 2024, ha subito un aumento del 7,5 per cento circa rispetto a quello dello scorso anno. Da qui si spiega quell’aumento medio subito dalle tariffe approvate, distribuito con i criteri indicati dal sindaco

“Inoltre, nella delibera, approvata con maggioranza – dice ancora la sindaca – viene dato atto, riportando la nota proveniente da Ato e protocollata in data 8 luglio 2024, che il Pef, che il Comune di Lamporecchio ha approvato fino al 2024, contiene “erroneamente” l’Iva, seppur detto costo non abbia mai influito ed impattato nell’elaborazione e, quindi, nel “peso” delle tariffe. Questo è stato ampiamente spiegato ed illustrato dall’assessora nella citata seduta consiliare, la quale, sollecitata da domande sì incalzanti ma ripetitive, ha sottolineato come i valori dei piani economici finanziari per i comuni in regime di Tari corrispettiva (cui si uniforma anche quello di Lamporecchio per coerenza) devono essere espressi al netto dell’Iva. E non può che essere così, visto e considerato che la Tari non è una tassa ma una tariffa avente natura di corrispettivo e, pertanto, soggetta all’imposta sul valore aggiunto, che viene calcolata ed inserita nella bolletta finale che l’utente si vede recapitare. Tutto chiaro, lineare, logico e motivato, se non fosse che, a poche ore e giorni dal consiglio comunale, il gruppo consiliare Futuro Presente guidato dall’ex sindaco, Alessio Torrigiani, attraverso pagine social e comunicati stampa, ha strumentalizzato la correzione del Pef, effettuata da Ato, urlando addirittura alla “catastrofe” qualora non ci fosse stato questo intervento correttivo in mancanza del quale gli aumenti sarebbero stati “molto più consistenti” rammaricandosi del fatto che se tale errore fosse stato palesato prima (ovviamente, il riferimento temporale cui il vecchio sindaco fa riferimento è al mese di gennaio 2024) avrebbe “potuto essere usato per abbassare l’illecito aumento calcolato da Alia sulle tariffe dello scorso anno” pretendendo addirittura scuse pubbliche da parte di Alia e/o di Ato”.

“A questo punto corre l’obbligo, ma soprattutto il dovere, di fare chiarezza su di un argomento che impatta sui cittadini, e non perché è stato oggetto della appena conclusa campagna elettorale – prosegue la sindaca – Pensavamo che la seduta consiliare avesse fugato ogni dubbio in merito, evidentemente così non è stato. Ragion per cui ho sollecitato Alia affinché, con una nota ufficiale, formalizzasse per iscritto quanto esposto verbalmente e quanto riportato durante la seduta consiliare. Orbene, la risposta è pervenuta via Pec con nota protocollata 01-2024-38587 dell’1 agosto 2024 dove si legge testualmente che, in relazione all’elaborazione delle tariffe Tari 2023, “l’Iva non è stata considerata nella ripartizione del Pef 2023 essendo le tariffe elaborate al netto di quest’ultima”. Lo stesso dicasi per le tariffe delle annualità precedenti dove “non si evidenziano anomalie ed il calcolo è sempre stato elaborato al netto iva”.  Né più né meno, e niente di diverso, rispetto a quanto illustrato dall’assessora nella seduta del consiglio comunale del 18 luglio 2024”.

“Non per onestà intellettuale, ma per onestà nei confronti dei lamporecchiani, riporto anche quanto scritto nella nota di Alia – conclude la sindaca – la quale ha evidenziato un errore di trascrizione nel Pef, e solo per il 2023, dove vi è stata “un’errata ripartizione dei costi tra domestici e non domestici, che ha comportato un aumento non dovuto delle sole tariffe non domestiche del 6,57%” la cui correzione verrà prontamente sanata con i dovuti conguagli alla prossima emissione delle bollette per tutti gli utenti non domestici. Questo è quanto si legge nel comunicato, ed è l’unico errore riconosciuto da Alia (peraltro conosciuto dalla precedente amministrazione per stessa ammissione della società gestore del servizio rifiuti), la quale ha preferito distorcere la realtà dei fatti a proprio esclusivo piacimento, solo per mettere in cattiva luce l’operato dell’attuale amministrazione. La cui unica “colpa” è stata quella di richiedere ad Alia più simulazioni tariffarie possibili in modo da evitare il ripetersi di quegli aumenti illogici ed immotivati delle scorse tariffe Tari 2023”.

 

 

 

© Riproduzione riservata

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