(Adnkronos) – “Il diritto alla disconnessione deve essere visto come uno strumento per accrescere il benessere organizzativo quindi come elemento di employer branding, una delle leve motivazionali che si traducono nel well-being per le persone all’interno delle organizzazioni. Sicuramente in Italia siamo ancora indietro rispetto ad una normativa specifica e chiara in merito”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Matilde Marandola, presidente dell’Associazione italiana per la direzione del personale, commenta la possibilità che anche in Italia si possa arrivare a una legge sul diritto alla disconnessione, come quella adottata a febbraio in Australia ed entrata in vigore oggi per le aziende di medie e grandi dimensioni, e che permette ai dipendenti di non rispondere alle chiamate e alle mail dei loro datori di lavoro fuori dall’orario lavorativo, con qualche eccezione. “Il Parlamento europeo, con la risoluzione del 21 gennaio 2021, recante raccomandazioni alla Commissione sul diritto alla disconnessione lo definisce come un ‘diritto fondamentale che costituisce una parte inseparabile dei nuovi modelli di lavoro nell’era digitale’. Nel mondo del lavoro le novità introdotte negli ultimi anni riguardano -spiega ancora- sia lo spazio che il tempo in cui si svolge l’attività lavorativa ma soprattutto una rinnovata ricerca del work-life balance. Il diritto alla disconnessione ha le sue origini in Francia quando nel 2016 con la ‘Loi Travail’, viene stabilito che i dipendenti non dovessero essere costretti a rispondere a richieste professionali fuori dall’orario lavorativo. La Francia è stata seguita da altri paesi europei, come l’Italia con la legge 81/2017, la Spagna nel 2018, e più recentemente il Belgio nel 2022”, spiega ancora. Secondo Marandola “di sicuro una continua connessione non deve essere vista come l’altra faccia dello smart working e resta fondamentale mettere sempre al centro ogni persona nelle organizzazioni con le proprie esigenze e bisogni affinché possa esprimere il meglio di sé, in termini di competenze e potenzialità, nell’ambito del contesto lavorativo sia esso pubblico o privato”. In conclusione per la presidente di Aidp “il diritto alla disconnessione ha un ruolo fondamentale nella costruzione del benessere individuale e deve essere garantito per evitare situazioni di burnout e stress. Il benessere delle Persone è diventato un punto fondamentale per la gestione delle organizzazioni, sicuramente il diritto alla disconnessione garantisce il riposo e il recupero delle energie fisiche e psicologiche. Come Aidp, associazione italiana per la direzione del personale, il benessere delle persone nelle organizzazioni è parte integrante della nostra mission e dei nostri valori”, conclude. —lavoro/professionistiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Lavoro, Marandola (Aidp): “Diritto a disconnessione? Italia ancora indietro”
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