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Rottamazione delle cartelle: i risultati delle ultime definizioni agevolate

(Adnkronos) – Il Governo è impegnato nella scrittura della Legge di Bilancio 2026: tra le novità più attese c’è anche una nuova rottamazione delle cartelle per dare a cittadini e cittadine una nuova chance di sanare i propri debiti.  

 

Si va verso un nuovo impianto di regole per permettere a chi aderisce di restare sul percorso della pace fiscale, senza abbandonare il campo prima di aver raggiunto la meta.  

 

A sottolineare questa necessità sono i risultati raggiunti con le definizioni agevolate introdotte negli ultimi 10 anni.  

 

 

 

 

 

 

La rottamazione resta un tema sempre attuale perché sempre attuale è il tema delle cartelle. Come evidenziato dalla Commissione per l’analisi del magazzino in carico all’Agenzia delle entrate-Riscossione, la quota dei debiti non pagati da cittadini e cittadine (2000-2024) ammonta a oltre 1.270 miliardi di euro.  

 

Richiesta a gran voce dai cittadini e dalle cittadine che sottolineano le difficoltà a pagare e supportata con energia dalle diverse forze politiche in campo per l’interesse che ne deriva, la rottamazione è diventata uno strumento stagionale di pace fiscale. Ma quali sono i risultati ottenuti fino a questo momento? 

 

Nell’analisi condotta dalla Commissione istituita nell’ambito della riforma fiscale e presentata in audizione dal presidente Roberto Benedetti i dati non sono incoraggianti. E anche la Corte dei Conti nei mesi scorsi aveva evidenziato uno scarso successo.  

 

“Gli importi riscossi a titolo di definizione agevolata fino al 31 dicembre 2024 assommano a 34,2 miliardi, ossia circa il 19% dell’intero valore delle riscossioni relative al periodo 2000-2024”, si legge nella relazione. Ma i dati più allarmanti riguardano la decadenza, ovvero i casi di coloro che aderiscono ma poi non effettuano i pagamenti previsti: tra il 50 e il 70 per cento, se si considera solo lo strumento della rottamazione.  

 

In altre parole, le ultime definizioni agevolate hanno dato sempre molto meno frutti di quelli attesi.  

 

 

 

 

Considerando solo le stagioni già chiuse, lo scarto tra importo da corrispondere e cifra riscossa è sempre ampio con un picco che riguarda la rottamazione ter. A fronte dei 29,4 miliardi necessari per arrivare alla pace fiscale soltanto 8,9 miliardi sono stati versati.  

 

Una stima definitiva sull’edizione quater non è possibile, dal momento che è ancora in corso. Ma anche in questo caso, nonostante le proroghe e le riaperture, il tasso di decadenza è indicato al 49 per cento.  

 

I dati danno un messaggio chiaro: non tutti e tutte coloro che aderiscono concludono il loro percorso verso la pace fiscale. Le buone intenzioni iniziali spesso si scontrano con le difficoltà di tenere il passo con il piano dei pagamenti, che possono sopraggiungere anche in un momento diverso.  

 

C’è, poi, secondo la Corte dei Conti, anche un utilizzo strumentale delle adesioni alle rottamazioni che vengono utilizzate per guadagnare tempo nelle procedure esecutive.  

 

Al netto delle ragioni alla base dei dati registrati, resta innegabile nella storia recente delle rottamazioni un forte divario tra aspettative e realtà, aspetto che non si può sottovalutare nella costruzione di una nuova pace fiscale. 

 

economia/fisco

webinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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