(Adnkronos) – Per i familiari a carico il contribuente può avere diritto a detrazioni IRPEF, ovvero sconti sull’imposta da pagare che si possono ottenere in sede di invio della dichiarazione dei redditi 2024. Tra i familiari a carico rientrano coniugi, figli e altri familiari. Per determinare chi può essere considerato “familiare a carico” è necessario fare riferimento per prima cosa a un requisito reddituale. Per gli altri familiari devono essere rispettati anche ulteriori requisiti. Dalle istruzioni relative ai familiari a carico nel modello 730/2024 al calcolo delle detrazioni.
Chi sono i familiari a carico? Per rispondere alla domanda si può fare riferimento all’elenco presente nelle istruzioni per la compilazione della dichiarazione dei redditi, fornite dall’Agenzia delle Entrate. Si considerano familiari a carico del contribuente, anche se non conviventi: ● il coniuge non legalmente ed effettivamente separato; ● i figli indipendentemente dall’età e compresi figli adottivi, affidati o naturali riconosciuti; ● altri familiari.
In merito al primo punto è opportuno precisare che dal 2017, gli effetti fiscali delle disposizioni della Legge Cirinnà, si include nella definizione di coniuge anche il partner dello stesso sesso, unito dall’unione civile. Sono invece ricompresi tra gli “altri familiari” i soggetti inseriti nel seguente elenco: ● coniuge legalmente ed effettivamente separato; ● nipoti; ● genitori, compresi quelli adottivi; ● suoceri; ● fratelli o sorelle, anche unilaterali; ● generi e nuore; ● nonni e nonne. Per determinare quali familiari sono considerati a carico è opportuno fare riferimento in primo luogo al limite di reddito stabilito dalla legge. Per la generalità dei familiari il tetto massimo annuo da prendere in considerazione è di 2.840,51 euro. Fanno eccezione i figli fino a 24 anni di età, per i quali il limite è stato innalzato a partire dalla dichiarazione dei redditi 2020 a 4.000 euro annui. I soggetti che rientrano tra gli “altri familiari”, oltre al rispetto del requisito reddituale, devono risultare conviventi del contribuente. In alternativa devono essere titolari di assegni pagati, pagati dal contribuente, che non risultino da provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Quali sono i redditi che devono essere considerati nel calcolo dell’importo per il rispetto del limite reddituale per essere considerati familiari a carico? Il reddito da lavoro dipendente non è l’unico che deve essere preso in considerazione. Devono infatti essere considerati anche gli altri redditi non sono compresi nel reddito complessivo e che sono elencati nelle istruzioni per la compilazione della dichiarazione dei redditi dell’Agenzia delle Entrate: ● il reddito dei fabbricati assoggettato alla cedolare secca sulle locazioni; ● le retribuzioni corrisposte da Enti e Organismi Internazionali, rappresentanze diplomatiche e consolari, missioni, Santa Sede, Enti gestiti direttamente da essa ed Enti Centrali della Chiesa Cattolica; ● la quota esente dei redditi di lavoro dipendente prestato nelle zone di frontiera ed in altri Paesi limitrofi in via continuativa e come oggetto esclusivo del rapporto lavorativo da soggetti residenti nel territorio dello Stato; ● il reddito d’impresa o di lavoro autonomo assoggettato a imposta sostitutiva in applicazione del regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità; ● il reddito di impresa o di lavoro autonomo assoggettato ad imposta sostitutiva in applicazione del regime forfetario per gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni. Non rientrano nel calcolo, invece, i redditi a tassazione separata (indennità di accompagnamento, pensioni e assegni di invalidità). Per il calcolo delle detrazioni che spettano al contribuente, nel caso di familiari a carico, si può fare riferimento alle istruzioni per la compilazione del modello 730/2024.
In linea generale lo sconto sull’IRPEF dovuta diminuisce all’aumentare del reddito del contribuente fino ad azzerarsi al raggiungimento di determinati valori. Per quanto riguarda la detrazione per coniuge a carico, l’importo minimo è di 690 euro per redditi superiori ai 15.000 euro ma inferiori a 80.000 euro. L’importo può arrivare a 800 euro nel caso di redditi che non superano i 15.000 euro. Per un calcolo più preciso si deve considerare il proprio reddito complessivo e fare riferimento alla relativa fascia di reddito, presente all’interno delle istruzioni dell’Agenzia delle Entrate. Nel caso dei figli a carico, con l’introduzione dell’assegno unico, la detrazione spetta solo per chi ha 21 o più anni di età. Per i figli di età inferiore non sono più riconosciute detrazioni. L’importo minimo della detrazione è di 950 euro per ciascun figlio o figlia, anche in caso di adozione o affidamento. In questo caso la formula a cui fare riferimento è 950 x (95.000 – reddito complessivo) / 95.000. In caso di più figli l’importo di 95.000 euro è aumentato di 15.000 euro per ogni figlio successivo al primo. L’importo massimo della detrazione per gli altri familiari a carico è di 750 euro per ciascuna persona convivente. nel caso in cui più soggetti abbiano diritto alla detrazione, la somma deve essere divisa. Per il calcolo dell’importo dovuto per gli altri familiari a carico si deve utilizzare la formula che segue: 750 x (80.000 – reddito complessivo) / 80.000 euro Prendendo ad esempio un contribuente con reddito complessivo di 30.000 euro, l’importo spettante sarà di circa 469 euro. —economia/fiscowebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Chi sono i familiari a carico? Le istruzioni per la dichiarazione dei redditi 2024
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