PISA – La superstrada che collega Firenze, Pisa e Livorno è usata ogni giorno da migliaia di lavoratori e imprese, ma il suo stato attuale non sembra più in grado di sostenere i volumi di traffico, i tempi di percorrenza e soprattutto le esigenze di sicurezza. È questo il quadro delineato dal progetto Sample, realizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna con la Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest.
Lo studio ha raccolto quasi 2.000 opinioni dei cittadini e oltre 130 delle imprese, valutando tre possibili scenari: mantenere la FiPiLi com’è oggi (Bau), realizzare la terza corsia oppure potenziare trasporto pubblico e intermodalità. Il dato più evidente riguarda proprio la superstrada: lo scenario attuale è quello meno apprezzato. Traffico intenso, frequenti incidenti e un’infrastruttura ormai datata sono le criticità più segnalate. La preoccupazione per la sicurezza riduce del 14% l’accettabilità della situazione attuale.
Di fronte a questo quadro, molti cittadini chiedono interventi concreti. Gli under 40 con un livello di istruzione più alto preferiscono lo Scenario Contestuale, che punta su mezzi pubblici più efficienti, parcheggi di interscambio e integrazione bici-treno. Secondo questa fascia, continuare a investire solo sulla strada non risolverebbe i problemi di fondo e potrebbe, anzi, aggravare traffico e impatti ambientali nel lungo periodo.
Un’altra parte della popolazione, in particolare tra i lavoratori che percorrono quotidianamente la FiPiLi, guarda invece con favore allo Scenario Stradale, che prevede la realizzazione della terza corsia. Questa soluzione viene percepita come la più utile nell’immediato. Lo studio però ricorda che si tratta di un intervento molto costoso, difficile da modificare una volta completato e caratterizzato da cantieri lunghi, con un impatto significativo sui flussi della superstrada.
Le imprese mostrano la stessa divisione: il manifatturiero tende a preferire l’ampliamento della FiPiLi, mentre commercio, servizi, istruzione e sanità chiedono un sistema di trasporti pubblici più solido, capace di ridurre la pressione sulla strada. Anche la dimensione aziendale influisce sulle preferenze: più un’impresa è grande, maggiore è l’interesse verso la terza corsia.
Gli esperti della Scuola Sant’Anna spiegano che la decisione sulla Mobilità FiPiLi Toscana riguarda il modello di sviluppo che la regione intende adottare nei prossimi anni. Puntare solo sul potenziamento stradale potrebbe produrre benefici limitati e concentrati su una parte degli utenti, mentre un sistema intermodale permetterebbe di ridurre la dipendenza dall’auto, migliorare la sicurezza e distribuire i vantaggi in modo più equilibrato.
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