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Caso Manetti, Giani risponde in aula: “La vicenda della multa è stata strumentalizzata”

FIRENZE – Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha risposto in aula a un’interrogazione di Fratelli d’Italia, prima firmataria la capogruppo Chiara La Porta, “in merito all’impiego della corsia di emergenza in assenza delle previsioni di legge da parte della dottoressa Manetti”.

“La narrativa è diversa da quanto risposto, con atto formale alla consigliera La Porta, dalla sottosegretaria del ministero degli interni”, ha esordito Giani, che ha voluto evidenziare una “contraddizione” tra il testo del ministero e l’interrogazione di Fratelli d’Italia, che, ha sottolineato, “ha come oggetto l’impiego della corsia d’emergenza da parte della dottoressa Manetti, mentre nella risposta della sottosegretaria si dice ‘che circolava lungo la carreggiata est dell’A11 provenendo dalla barriera di Firenze ovest, e giunta all’altezza della corsia di accelerazione dello svincolo di Sesto, lasciava la carreggiata principale, percorreva la corsia di accelerazione per rientrare nella carreggiata principale”. Secondo Giani, questa contraddizione è “comprensibile solo se si vuole montare il caso, agendo su elementi difformi da quelli che sono stati offerti”.

Alla richiesta di Fratelli d’Italia, “se il governatore Giani ha avuto colloqui, diretti o indiretti, con le persone coinvolte nella vicenda”, il presidente ha risposto “la mia preoccupazione era vedere lo stato di salute di Cristina Manetti, mia collaboratrice, che nella telefonata ho sentito con voce alterata. Io ho una dimensione, l’umanità. Ero a casa, ad un chilometro da lì, e ho preso la mia auto e sono andato a vedere. Mi sono accertato del suo stato di salute, ho visto che si stava riprendendo e sono andato via”.

Alla richiesta di sapere se il presidente sia a conoscenza dell’esistenza di “eventuali referti collegati a questa vicenda” e da chi siano stati firmati, Giani ricorda che “i dati sanitari sono sensibili e quindi non sono disponibili. Posso solo dire che ho visto Manetti in ambulanza che non stava bene”.

In merito alla richiesta sulle autovetture che sono arrivate sul luogo, il governatore ha risposto di essere sopraggiunto a bordo della “mia Fiat 500, con la quale mi sono recato guidando. La dottoressa Manetti mi risulta avesse la sua auto”.

Sulla questione se fosse in agenda un incontro tra il governatore Giani e il prefetto di Firenze, il presidente ha affermato: “Con il prefetto ho un’ordinaria consultazione. Quel giorno, la mattina del voto, mi sono recato per interloquire su questioni di ordinaria consultazione”.

In sintesi, ha riassunto Giani “il finale è oggettivo: la dottoressa Manetti ha pagato la sanzione pecuniaria di 430 euro con decurtazione di 10 punti e sospensione della patente per due mesi. Vedo molta strumentalizzazione politica su un’infrazione stradale”.

“Se non fosse il presidente della Regione, il suo atto nobile toccherebbe il cuore di ognuno di noi – ha risposto La Porta – ma lei rappresenta i cittadini toscani e qui non si sta parlando di un’infrazione stradale, ma di una questione politica. I cittadini toscani vogliono sapere se la legge è uguale per tutti o se tutti hanno le stesse pari opportunità che l’assessore ha avuto”. Secondo la capogruppo, Giani “sceglie di non rispondere, si attacca alla distinzione tra corsia di emergenza e corsia di accelerazione. Dice che non è la stessa infrazione, cosa vuol dire? Che la polizia stradale ha commesso un abuso? Che non doveva fermare la dottoressa Manetti? Oppure la polizia ha fatto il proprio lavoro e, quindi non cambia nulla nell’atto che abbiamo presentato”.

Sulla presenza o meno di auto private o della Regione e chi fosse a guidarle, ha proseguito La Porta, “per noi è importante avere chiarimenti perché eventualmente richiama un articolo del regolamento regionale. Giani ha detto poi, che vedeva il prefetto tutti i giorni, ma quello era il giorno del voto e il prefetto rappresentava la garanzia per tutti i cittadini riguardo allo svolgimento del voto”. “Il presidente”, ha incalzato la capogruppo, “aveva o no appuntamento dal prefetto? Se è vero che aveva l’appuntamento, vogliamo capire perché il presidente il giorno del voto era a parlare dal prefetto, non si capisce di cosa. O se, come riportato nella risposta del sottosegretario Ferro, sia andato ad accompagnare l’assessore a chiedere informazioni su come fare ricorso”.

La vicenda, secondo La Porta, “non si conclude con il ritiro del ricorso. E vorremmo sapere se c’è stato, tra chi ha firmato i referti sanitari, qualche medico il cui nome può rientrare in qualche nomina fatta da lei in questi anni”. Non è questione di privacy, secondo la consigliera: “Se qualcuno che ha beneficiato di nomine ha firmato e sottoscritto quel tipo di certificato, pensiamo che i cittadini toscani abbiano il diritto di saperlo”.

 

REDAZIONE

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