fbpx
14.5 C
Pistoia
venerdì 14 Novembre 2025
Segnala a Zazoom - Blog Directory
spot_img

La solitudine dei social

Il paradosso digitale di una generazione iperconnessa ma sempre più sola

C’è stato un tempo in cui i social network sembravano un sogno: un posto in cui ritrovare amici, scoprire mondi nuovi, condividere la propria voce. Oggi, scrollando distrattamente il feed, la sensazione dominante è un’altra: non partecipazione, ma osservazione. Non relazione, ma rumore.

La promessa iniziale — creare connessioni autentiche — sembra essersi dissolta nella nebbia di contenuti generati in serie, algoritmi opachi, relazioni sostituite da reazioni. I social si sono evoluti in qualcosa di diverso, un meccanismo che non ci chiede più di essere presenti, ma semplicemente presenti online.

Ogni giorno scorriamo centinaia di contenuti, ma pubblichiamo sempre meno. Non è solo timidezza o riservatezza: è fatica, è il timore di non essere ‘abbastanza’, è il sapere che anche il più semplice pensiero potrebbe perdersi tra un reel virale e una pubblicità mirata. E così, silenziosamente, la maggioranza degli utenti è diventata spettatrice.

La dimensione comunitaria, quella fatta di amici, volti noti, messaggi diretti, si sta dissolvendo. I social non ci mostrano più chi conosciamo, ma ciò che potrebbe tenerci incollati allo schermo un secondo in più. Gli sconosciuti sono diventati protagonisti, mentre i nostri amici, i nostri legami veri, scompaiono tra le pieghe di un algoritmo che non ha tempo per l’intimità.

E così, anche l’interazione cambia. Spariscono i commenti sinceri, restano i cuori automatici. Le conversazioni si spengono in emoji. I social hanno smesso di essere “nostri”, trasformandosi in palcoscenici dove si applaude senza sapere davvero cosa si sta guardando.

Ma c’è qualcosa di ancora più sottile che si è insinuato: l’illusione. I contenuti che ci arrivano non sono più naturali, ma costruiti. L’intelligenza artificiale scrive didascalie, genera volti, risponde ai messaggi. Tutto sembra perfetto, levigato, impacchettato. Ma dov’è finita la voce vera? Dov’è finito lo sbaglio, l’imperfezione, il contatto umano?

Mentre i feed diventano più sofisticati, noi ci sentiamo più distanti. La solitudine si nasconde sotto la superficie scintillante, in quell’ansia sottile che accompagna ogni like mancato, ogni messaggio visualizzato e ignorato. E i più giovani lo sentono. Le nuove generazioni, cresciute in questo mondo digitale, stanno cominciando a spegnere le notifiche, a cancellare le app, a cercare spazi di silenzio. Forse è una forma di resistenza. Forse è solo stanchezza.

O forse è una domanda urgente che ci viene rivolta: a cosa serve tutto questo, se alla fine ci sentiamo soli?

La ‘solitudine dei social’ non è un allarmismo sterile, ma una chiamata di attenzione. Iniziamo aiamo davvero più vicini? O semplicemente più visibili? E ciò che conta è la qualità della connessione, non la quantità.

Luca Finocchiaro

© Riproduzione riservata

Imprenditore digitale con un background di vent’anni nel campo dell’informatica e della tecnologia. Con la sua azienda Oimmei Digital Consulting ha supportato la crescita di numerose realtà imprenditoriali di successo.
Leggi tutti gli articoli
Pistoia
cielo coperto
14.5 ° C
15.5 °
12.5 °
81 %
1kmh
95 %
Ven
13 °
Sab
11 °
Dom
11 °
Lun
11 °
Mar
8 °

SEGUICI SUI SOCIAL

VIDEO NEWS