Internet sta scomparendo?

Negli ultimi tempi, si sente spesso dire che molte pagine web stanno sparendo. Alcune ricerche sostengono che una grande quantità di contenuti online stia scomparendo, lasciando dietro di sé link non funzionanti e pagine non trovate. Circa il 38% delle pagine web sarebbe scomparso. Tuttavia, questa affermazione non è del tutto corretta, e ci sono diverse ragioni per cui le pagine web spariscono.

La sensazione che molte pagine internet stiano sparendo può essere dovuta a vari fattori. Prima di tutto, il web è in continua trasformazione. I siti web vengono aggiornati, ristrutturati o chiusi per vari motivi, come cambiamenti aziendali, aggiornamenti tecnologici o semplicemente perché non sono più rilevanti. Questo può dare l’impressione che molte pagine stiano sparendo, quando in realtà stanno solo cambiando forma o indirizzo.

Un altro fattore da considerare è che molti contenuti online sono temporanei. Non tutti i siti web sono progettati per durare a lungo termine. Blog personali, siti di notizie e pagine di social media possono avere una vita breve. Quando l’interesse per un argomento diminuisce o quando un sito non viene più aggiornato, è probabile che venga rimosso o abbandonato.

Nonostante la percezione della scomparsa, ci sono molti sforzi per preservare i contenuti digitali. Organizzazioni come l’Internet Archive lavorano per salvare copie di pagine web e renderle accessibili anche dopo che sono state rimosse dal web attivo. Questo significa che, anche se una pagina non è più disponibile nel suo indirizzo originale, potrebbe ancora essere accessibile attraverso archivi digitali.

Le pagine web possono scomparire per vari motivi. Uno dei più comuni è la manutenzione del sito. I proprietari dei siti possono decidere di rimuovere contenuti obsoleti o non più rilevanti. Inoltre, i cambiamenti nelle politiche aziendali o nelle normative legali possono portare alla rimozione di contenuti. Ad esempio, un’azienda potrebbe decidere di rimuovere vecchi comunicati stampa o articoli di blog che non riflettono più la sua immagine attuale.

Negli scorsi giorni, molte testate giornalistiche italiane hanno riportato i risultati di uno studio senza nemmeno provare ad approfondire i fatti, dimostrando purtroppo una conoscenza in merito molto prossima allo zero.

Titoli come ‘Internet sta scomparendo, il 38% delle pagine web non esiste più’ sono sensazionalistici: lo studio su cui si basa l’articolo, infatti, non dice affatto che Internet sta scomparendo, ma solo che il 38% delle pagine che erano attive nel 2013 non sono più accessibili oggi (o per meglio dire alla data del 2023). Interpretare questo dato con l’affermazione che ‘Internet sta scomparendo’ significa non avere la più pallida idea della materia di cui si è scelto di parlare e non aver nemmeno letto lo studio in questione.

Il fenomeno noto come ‘link rot’ è conosciuto fin dall’inizio di questo secolo, quando si stimava che circa il 3% delle pagine web create in un anno non fosse più accessibile l’anno dopo. Lo studio di Pew Research su cui si basano i tanti articoli che vediamo circolare oggi s’intitola:

Si tratta di un’analisi non particolarmente sorprendente (almeno per gli addetti ai lavori) di come funziona il web, da sempre. Per capire bene il significato dell’esito di questa analisi occorre, prima di tutto, stabilire cosa s’intende per “pagine non più accessibili” e definire il criterio di estrazione dei dati. Peccato che la maggior parte di coloro che hanno riportato lo studio non abbia fatto questo sforzo e si sia limitata a opinioni alquanto discutibili sull’onda dei titoli click baiting.

Le conclusioni oggettive dello studio sono che circa un quarto di tutte le pagine web esistenti tra il 2013 e il 2023 non sono più accessibili (nell’accezione poco sopra indicata) a partire da ottobre 2023. Nella maggior parte dei casi, ciò è dovuto al fatto che una singola pagina è stata cancellata o rimossa su un sito web altrimenti funzionante. Ovvero, è il singolo contenuto che è stato cancellato, non tutto il sito.

Nel dettaglio i motivi della scomparsa delle pagine web, più che legittimi e che non devono destare alcuna preoccupazione o rammarico, per cui una pagina scompare da Internet nell’arco di 10 anni, possono essere:

– rimozione nell’ambito della normativa europea sulla protezione dei dati (GDPR)

– Rimozione ai sensi e per gli effetti della decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) relativa al diritto all’oblio

– Rimozione imposta dalla legge in generale (diffamazione, procurato allarme, stampa clandestina, esercizio abusivo di varie professioni, etc…)

– Rimozione per contenuti non più validi e assenza di aggiornamenti in merito

– Scadenza delle informazioni contenute all’interno delle pagine

– Landing page a pagamento, non più utilizzate

– Mancato pagamento per il mantenimento del dominio

– Violazione dei diritti d’autore

– Mancanza di fondi per il sostegno di un progetto editoriale

– Auto-emendamento (X/Twitter)

– Occultamento volontario di prove

– Cattiva gestione della migrazione di un sito web

– Cancellazione involontaria

– Disattivazione sistemi di traduzione automatica

– Disattivazione sistemi di generazione automatica di contenuti

– Disattivazione sistemi di aggregazione di contenuti

– Variazione della URL della pagina senza opportuno reindirizzamento

Internet come infrastruttura e mezzo di comunicazione dunque, è ben lungi dallo scomparire; al contrario, continua a evolversi ed espandersi. È importante riconoscere sì la necessità di strategie migliori per la conservazione dei contenuti digitali, ma è altrettanto essenziale evitare allarmismi infondati che distorcono la realtà dei fatti.