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Bonus ristrutturazione 2024: dai beneficiari ai lavori ammessi

(Adnkronos) – Il bonus ristrutturazione 2024 è un’agevolazione edilizia che spetta per diversi lavori realizzati nelle proprie abitazioni e consiste in una detrazione IRPEF del 50 per cento per le spese sostenute, fino al limite di 96.000 euro per unità immobiliare.   Potrà beneficiare dello “sconto” sull’imposta chi realizza i lavori e sostiene le spese, pagando con bonifico bancario o parlante.   
Non cambiano le regole rispetto allo scorso anno, dai lavori agevolabili ai soggetti che possono ottenere l’agevolazione.   L’accesso al bonus ristrutturazioni apre anche al bonus mobili ed elettrodomestici che rispettano determinati requisiti energetici. Per gli acquisti del 2024 è prevista un’agevolazione del 50 per cento delle spese sostenute fino al limite di 5.000 mila euro in 10 rate annuali.   Anche per il 2024 sono state confermate le stesse regole previste per lo scorso anno per beneficiare del bonus ristrutturazione. La proroga era già stata stabilita dalla Legge di Bilancio 2022 e non ci sono stati ulteriori interventi sulla norma.  Anche per l’anno in corso spetta la detrazione fiscale del 50 per cento delle spese sostenute fino al 31 dicembre per i lavori di riqualificazione edilizia, manutenzione straordinaria e ordinaria (per i condomini). Il limite massimo resta di 96.000 euro per unità immobiliare.  Chi realizza interventi sulla propria abitazione, nel rispetto delle regole previste dall’articolo 16-bis del TUIR, avrà quindi diritto a un “rimborso IRPEF” da spalmare in 10 anni.
 L’agevolazione si ottiene con la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui sono state sostenute le spese, con modello 730 o con modello Redditi Persone Fisiche.  L’accesso al bonus ristrutturazione permette anche di beneficiare del bonus per l’acquisto di mobili o di grandi elettrodomestici, che rispettano determinati requisiti energetici. I forni, ad esempio, devono essere almeno di classe A. Le lavatrici almeno classe E, così come le lavastoviglie, mentre frigoriferi e congelatori devono essere almeno di classe F.  Per gli acquisti del 2024, successivi all’avvio dei lavori, è prevista un’agevolazione del 50 per cento delle spese sostenute con il limite di 5.000 mila euro. La detrazione è suddivisa in 10 rate annuali.
 Quali sono i lavori che permettono di accedere al bonus ristrutturazione? Per avere accesso allo “sconto IRPEF” del 50 per cento delle spese sostenute devono essere rispettati determinati requisiti.  L’agevolazione spetta per gli interventi che sono indicati nel seguente elenco:  – lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati su parti comuni di edifici residenziali, ovvero su condomini;  – interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e pertinenze.  Oltre agli interventi in questione consentono l’accesso al bonus ristrutturazione anche i lavori che sono realizzati in proprio, in economia. La detrazione spetta anche per le spese sostenute per l’acquisto dei materiali.  Di seguito alcuni esempi di lavori che rientrano nella manutenzione ordinaria:  – realizzazione e miglioramento dei servizi igienici;  – sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande e con modifica di materiale o tipologia di infisso;  – rifacimento di scale e rampe;  – interventi per il risparmio energetico;  – recinzione dell’area privata;  – costruzione di scale interne.  Permettono l’accesso al bonus ristrutturazione anche gli interventi di adeguamento delle altezze dei solai o quelli per l’apertura di una nuova finestra. Lo stesso vale per la realizzazione di bagni più ampi rispetto a quelli a disposizione prima dei lavori.  Gli elenchi con alcuni esempi di interventi agevolabili sono disponibili sul portale dell’Agenzia delle Entrate. Tra gli interventi sulle singole unità abitative rientrano, ad esempio: l’allargamento di porte e finestre, l’installazione di impianti d’allarme, la sostituzione della caldaia e gli interventi per la sostituzione dell’impianto idraulico o elettrico.  La detrazione è destinata a chi è chiamato al pagamento delle imposte sui redditi. Sono compresi anche i soggetti che hanno residenza fuori dall’Italia.  L’agevolazione è riservata a chi sostiene le spese. Possono accedere al bonus ristrutturazione:  – proprietari o nudi proprietari;  – titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);  – locatari o comodatari;  – soci di cooperative divise e indivise;  – imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce;  – soggetti che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali.  L’agevolazione è prevista anche per futuri acquirenti, a patto che abbiano firmato e registrato il preliminare di vendita dell’immobile.  La detrazione in 10 rate annuali dello stesso importo si ottiene con la dichiarazione dei redditi. Con la presentazione del modello 730/2024 o del modello Redditi PF 2024 si recupereranno le somme relative alle spese sostenute nell’anno 2023 o le rate di spese sostenute in anni precedenti.  A differenza di quanto previsto per gli scorsi anni, è stata fortemente limitata la possibilità di beneficiare della cessione del credito e dello sconto in fattura. Può continuare a sceglierle chi ha presentato la CILA (comunicazione di inizio lavori asseverata) entro il 16 febbraio 2023.  Per tali soggetti è previsto il rispetto degli obblighi relativi al visto di conformità e all’attestazione della congruità dei prezzi. Le comunicazioni relative alle cessioni e agli sconti in fattura devono essere inviate all’Agenzia delle Entrate entro il prossimo 4 aprile. Per i lavori con finalità di risparmio energetico è obbligatoria la comunicazione all’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.  L’adempimento deve quindi essere effettuato nel caso in cui i lavori di ristrutturazione edilizia rientrino tra quelli previsti per l’accesso all’ecobonus.
 Tra gli esempi di interventi che richiedono la comunicazione all’ENEA ci sono gli interventi che riguardano gli infissi a contatto con l’esterno o quelli relativi agli impianti tecnologici, per esempio di produzione di acqua calda sanitaria o per il riscaldamento degli ambienti, così come l’installazione di caldaie a condensazione o di pompe di calore.  La comunicazione dovrà essere inviata telematicamente entro 90 giorni dalla fine dei lavori.  Un’ordinanza della Corte di Cassazione del 2022 ha sostenuto che l’omessa comunicazione rappresenta una causa ostativa alle agevolazioni fiscali relative a interventi di riqualificazione energetica, che è quindi considerata necessaria per l’accesso all’agevolazione.  Per ottenere il bonus ristrutturazione 2024 i pagamenti delle spese dei lavori devono essere effettuati rispettando specifiche modalità.  Innanzitutto, dovrà essere utilizzato un mezzo di pagamento tracciato, un bonifico bancario o postale parlante.  Il bonifico per l’ottenimento delle agevolazioni fiscali dovrà contenere i seguenti dati:  – il riferimento ai lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986;
 – il codice fiscale del beneficiario della detrazione;  – il codice fiscale o la partita IVA del beneficiario del pagamento, generalmente la ditta che ha eseguito i lavori;  – il numero e l’anno di emissione della fattura pagata. L’agevolazione spetta anche se il pagamento dei lavori avviene con un finanziamento. In questo caso farà fede la data in cui avviene il pagamento della finanziaria.  Quali sono i documenti da conservare in caso di controlli? È lunga la lista della documentazione che dovrà essere mostrata in caso di verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate.  Per prima cosa dovranno essere conservate:  – copia di fatture e ricevute fiscali relative alle spese effettivamente sostenute;  – ricevute dei bonifici di pagamento.  Tra i documenti che potranno essere richiesti ci sono anche quelli relativi alle abilitazioni amministrative relative agli interventi da realizzare, qualora previste.  Nel caso in cui gli immobili non siano ancora stati inseriti nel catasto, dovrà essere presentata la domanda di accatastamento. Dovranno inoltre essere presentate, qualora l’imposta sia dovuta, le ricevute di pagamento dell’IMU.
 Nell’ipotesi degli interventi che riguardano i condomini deve essere conservata la delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori e la tabella millesimale di ripartizione delle spese relative agli interventi sulle parti comuni.  Se il soggetto non è proprietario dell’immobile, deve essere presentata la dichiarazione di consenso all’esecuzione dei lavori.
 Tra gli altri documenti da conservare c’è la comunicazione preventiva all’ASL, se obbligatoria, con la data di inizio dei lavori. —economia/fiscowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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