Siti sessisti, le Donne Democratiche di Pistoia: “Fenomeno grave e diffuso, una mentalità da estirpare”

PISTOIA – Gruppi e siti sessisti, intervengono le Donne Democratiche di Pistoia. 

“Negli ultimi giorni di agosto il caso del gruppo Facebook denominato Mia Moglie, seguito in rapida successione da quello del portale phica.eu hanno alimentato le cronache, il dibattito pubblico e dato la stura a dichiarazioni ricche di buon senso e di espressioni di solidarietà di ogni provenienza. Il gruppo Fb Mia Moglie attivo, pare, fin dal 2019 aveva oltre 30mila persone iscritte, in cui gli utenti – la maggior parte uomini – pubblicavano foto delle fidanzate, mogli e compagne, spesso a loro insaputa. I commenti dei partecipanti andavano dal dileggio a fantasie erotiche di vario genere ma soprattutto espressioni di violenza predatoria. Ci è venuto subito in mente il caso Pelicot: donne spesso inconsapevoli  dell’uso che i loro uomini facevano delle loro immagini e che mai avevano dato un consenso: donne “prede di uno stupro digitale” come ha detto la scrittrice Carolina Capria che per prima ha reso nota l’esistenza del gruppo Facebook”.

“Il sito Phica.eu, 700mila iscritti, attivo addirittura da 20 anni e già oggetto di numerose denunce, chiuso qualche giorno fa dagli stessi ‘anonimi’ gestori, pubblicava immagini rubate e commentate con parole irripetibili. Le donne venivano classificate per mestiere, provenienza geografica, ruolo. Quarti di carne nelle celle frigorifere di un mattatoio – proseguono le Donne Democratiche – Ci sono finite dentro anche le foto di Elly Schlein, Giorgia Meloni, Fabiana Dadone, Maria Stella Gelmini, Beatrice Lorenzin, Barbara Floridia, Maria Elena Boschi, Chiara Appendino, Marianna Madia, Daniela Santanchè, Lia Quartapelle e l’elenco è incompleto. Non è solo una questione di leggi e di reati tutti già presenti nel codice penale, né di solidarietà o di stigmatizzazione di comportamenti, né bastano le denunce e le petizioni. Il fenomeno è grave e soprattutto diffuso oltre che pervasivo e riguarda una mentalità presente e radicata nella cultura e nei comportamenti degli uomini, una prova ulteriore, se ce ne fosse bisogno, di un “patriarcato strutturale” come ha detto Valeria Campagna consigliera comunale e vicesegretaria del Partito democratico Lazio che ha denunciato la pubblicazione di sue foto senza il suo consenso  sulla piattaforma”.

“Un patriarcato che impronta tutta la nostra società dove le donne sono considerate “proprietà”, “prede” prive di diritti effettivi, di dignità, una mentalità  organica al massiccio e trasversale sfruttamento delle donne, del loro lavoro, del loro reddito, delle loro effettive opportunità con la conseguente riduzione delle loro libertà – prosegue la nota – Passare all’azione significa contrastare tutte le forme di violenza di genere in tutti i contesti in tutte le occasioni, significa avviare e sostenere un mutamento culturale educando bambini e giovani  alla sessualità e all’affettività oltre che  all’uso degli strumenti digitali, significa lottare contro gli stereotipi e la normalizzazione della violenza sulle donne esigendo da tutti i mezzi di comunicazione, attenzione, rispetto, correttezza, significa produrre una legislazione apposita per la violenza digitale chiamando a responsabilità diretta in sede civile e penale le piattaforme digitali“. 

“Siamo a fianco di tutte le donne umiliate, offese, sfruttate – concludono – sottoposte a ogni genere di violenza perché noi siamo ognuna di quelle donne, perché la vergogna deve cambiare lato. Alle donne di Pistoia vittime di questa violenza come da notizie nella stampa di oggi diciamo: siamo al vostro fianco per ogni azione di supporto e tutela, denunciate!“.