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PISTOIA – “La situazione che si sta protraendo senza fine a Pontenuovo ci lascia increduli e sgomenti. Le imprese e i cittadini sono esasperati, servono soluzioni immediate”.
Lo dice Confcommercio, tornando con forza su una questione che sta ormai assumendo contorni tragici. “Siamo di fronte ad una vicenda – dice l’associazione – che si è trasformata in un caso emblematico di inefficienza e mancanza di visione. Una situazione che si trascina da mesi senza informazioni chiare, tra promesse disattese, rinvii continui e un silenzio che lascia attoniti”.
Inizialmente si era parlato di una riapertura entro dicembre 2024, poi spostata a febbraio, quindi a marzo, fino all’ultimo slittamento dovuto – pare – alla non conformità del cemento utilizzato.
“Ad oggi, non esiste una data certa per la riapertura. Un’incertezza che produce effetti gravissimi su tutto il tessuto economico e sociale della zona e non soltanto. Il problema non riguarda più soltanto le attività commerciali della frazione, già duramente colpite dall’isolamento e dal crollo dei flussi: l’intera dorsale della via Montalese soffre”.
Oltre a questo, l’interruzione della tangenziale est ha fatto confluire il traffico pesante su una rete stradale fragile, concepita per un utilizzo locale e ora al collasso. “Le strade secondarie, inadeguate per sostenere autobus, camion e mezzi scolastici, si stanno sbriciolando. Eppure, sono diventate percorsi obbligati per migliaia di cittadini. Prive di illuminazione, guardrail e segnaletica catarifrangente, costeggiate da profondi fossati, sono teatro quotidiano di disagi e incidenti”.
Confcommercio conclude appellandosi alla necessità di agire, senza più rinvii: “Serve un cambio di passo. Le imprese hanno già pagato un prezzo altissimo, e i cittadini sono stanchi di promesse senza seguito. Confcommercio chiede un cronoprogramma chiaro, trasparente e vincolante. Serve la volontà di restituire al territorio ciò che gli spetta: infrastrutture sicure, servizi essenziali e rispetto per le persone che, su questi territori, vivono e lavorano”.