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PISTOIA – Un momento di ascolto, confronto e riflessione sui temi più attuali della vita. Si è svolto questa mattina (24 maggio) alla sede dell’istituto Fedi-Fermi l’incontro fra una classe di studenti e monsignor Fausto Tardelli.
L’iniziativa è nata su richiesta diretta degli alunni che l’hanno fatta pervenire all’Ufficio scuola tramite il loro professore Giacomo Bettarelli. Il vescovo Fausto, accompagnato dal direttore dell’Ufficio scuola Edoardo Baroncelli, è stato accolto dal preside Graziano Magrini, dal professor Giacomo Bettarelli, dalla Dgsa Elisa La Monaca, dal collaboratore del dirigente, il professor Raffaele Petrucci, e dal professor Fabrizio di Palma. Tante le domande che i ragazzi hanno posto al vescovo Fausto.
L’incontro si è svolto in un clima di grande attenzione e partecipazione. I ragazzi, preparati e curiosi, hanno rivolto a monsignor Tardelli domande profonde e personali, spaziando dalla fede alla giustizia sociale, dal senso della vita alla pace nel mondo, con uno sguardo attento alle sfide della loro età. “Lei è sempre stato credente?”, “È sbagliato affermare che la chiesa si stia esponendo troppo poco sulla questione dell’inquinamento?”, “Cosa ne pensa dell’ora di insegnamento della religione cattolica?”, “Secondo lei ci deve essere il crocifisso nelle scuole?”.
Monsignor Tardelli ha risposto con semplicità, incoraggiando i giovani a essere protagonisti del proprio tempo coltivando la speranza e ad avere il coraggio di cercare la verità, costruendo un mondo più umano e solidale.
“Il compito che Gesù lascia alla chiesa e a coloro che oggi credono in lui è di annunciare e testimoniare che tutti sono amati da Dio. Che tutti possono raggiungere la felicità, ma bisogna imparare ad amare”.
Ha sottolineato l’importanza del dialogo, della responsabilità e dell’ascolto reciproco, offrendo stimoli preziosi per la crescita personale e collettiva. Ha perfino citato De Andrè. Rispondendo alla domanda sulla presenza del crocifisso nelle scuole monsignor Fausto ha suggerito di riflettere: “Il crocifisso fa pensare al dolore che c’è nell’umanità, allo smarrimento ma anche alla speranza. De Andrè nella canzone Il Testamento di Tito dice ‘io nel vedere quest’uomo che muore, madre io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancore, madre ho imparato l’amore’. Il crocifisso è l’immagine dell’umanità che soffre ma che può sperare”.
“Se dovesse lasciare un messaggio a chi si avvicina alla fede cosa direbbe?” hanno chiesto gli studenti. Il Vescovo ha risposto citando il grande Agostino, come consiglio ai ragazzi. ‘Noli foras ire, in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas’. Cioè non andare a cercare fuori. Rientra in te. Spengi per un attimo il cellulare e ascolta. Nel profondo del tuo cuore abita la verità, che è Dio. Per noi cristiani il signore Gesù dice: io sono la via, la verità e la vita”.
Monsignor Fausto ha poi donato una medaglietta di Carlo Acutis a chi ha desiderato riceverla.
L’ufficio scuola ringrazia il professor Bettarelli e l’Itis Fedi Fermi nella persona del preside Magrini e di tutti docenti e il personale presente per la bella mattinata. Chi scommette sui giovani vince sempre.