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PISTOIA – Il sindacao Cgil di Pistoia fanno i conti sulle ricadute della manovra del governo sulle tasche dei cittadini. E la posizione è critica.
A parlare sono Andrea Brachi, segretario generale Spi Cgil di Pistoia e Silvia Biagini, segretaria Cgil di Pistoia
“Da qualche settimana – dicono – siamo impegnati come sindacato confederale e sindacato pensionati negli incontri con i sindaci per discutere del bilancio preventivo del loro Comune. Si tratta della poco conosciuta contrattazione sociale, oggetto a molti misterioso. Infatti se domandiamo al cittadino comune cosa sia la contrattazione sociale ci guarderà strano e difficilmente avremo una risposta compiuta. La contrattazione sociale permette ai Comuni di confrontarsi con le organizzazioni sindacali per illustrare, discutere, approfondire e, se possibile, concertare le scelte sul bilancio di previsione dell’Eete. La contrattazione sociale vera è un momento di partecipazione e democrazia che non andrebbe sottovalutato”.
“Detto questo, per il secondo anno successivo ci siamo trovati a fare i conti con (appunto) i conti che non tornano – proseguo – Da due anni il governo Meloni taglia pesantemente le risorse che prima erano destinate ai Comuni con ricadute pesantissime sulla qualità e quantità dei servizi pubblici. Ma la cosa più grave ed inaccettabile è che queste scelte ricadono sulle spalle dei cittadini, soprattutto i fragili, i poveri, gli anziani, i disoccupati e i giovani precari, con un vero e proprio accanimento cinico sulle fasce più deboli della popolazione. Bisogna spiegare bene ai cittadini cosa questo significa e per farlo vi proponiamo un esempio che chiarisce le conseguenze delle politiche economiche e sociali di questo Governo. Parliamo del contributo affitti e cioè di quello strumento che permette ai Comuni di aiutare le persone, le famiglie che non riescono più a pagare del tutto o in parte l’affitto (le cause possono essere tante: perdita del lavoro, malattie gravi, aumento dei costi primari – alimentari – energia”).
Il sindacato fa alcuni esempi. A San Marcello Piteglio nel 2022 sono arrivati dal governo 20mila euro, niente dal 2023 in poi. A Pistoia nel 2023 sono stati messi 600mila euro per il contributo affitti di cui 500mila dal governo e 100mila dal Comune dal Comune, per questo e il prossimo anno tutto è a carico del solo Comune per 300mila euro. A Pieve a Nievole a fronte di 90mila euro nel 2022 dal governo sono stati messi dal 2023 in poi 40mila euro dal solo Comune. A Ponte Buggianese dopo i 90mila euro del governo del 2022, dal 2023 il solo Comune ha messo 45700 euro l’anno.
“È evidente – dicono gli esponenti Spi Cgil – che le risorse messe dai Comuni saranno tolte ad altri servizi perché comunque, oltre al taglio del contributo affitti, la legge di bilancio continua a prevedere tagli ai trasferimenti di risorse agli enti locali. Questo è il governo Meloni, questa è la politica economica e sociale di questo governo. Tante promesse in campagna elettorale e poi nella pratica solo una politica di tagli ai Comuni, alla sanità pubblica, alla scuola e alle politiche ambientali. Con un’unica eccezione aumentano le risorse per le spese militari ed erogano voucher alle famiglie per iscrivere i propri figli alle scuole private. Questa non è il paese che vogliamo e continueremo a mobilitarci, a partire dallo sciopero generale del 29 novembre, affinché le tante iniquità descritte vengano cancellate e si inizi ad investire nei servizi che garantiscono l’accesso ai diritti universali sanciti dalla nostra Costituzione”.