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Al Manzoni l’inaugurazione della stagione con lo spettacolo ‘Teatro’

La produzione è della compagnia italo–australiana Iraa Theatre − Cuocolo/Bosetti

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PISTOIA – Dalla prosa alla danza, dalla musica al teatro ragazzi. Martedì 24 settembre, alle 18 la Fondazione Teatri di Pistoia dà il via alle danze della nuova, intensa stagione teatrale. Ad inaugurarla sarà Teatro, lo spettacolo della compagnia italo–australiana Iraa Theatre − Cuocolo/Bosetti, prodotto da Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale. La compagnia svelerà una nuova prospettiva sul Teatro Manzoni, con un calendario di repliche tardo pomeridiane o serali (alle 18 e a alle 20.45) fino al 29 settembre, per un massimo di 25 spettatori a replica.

Quinta parte del progetto La donna che cammina, iniziato nel 2013 a Melbourne con The Walk, lo spettacolo sviluppa ulteriormente l’idea di un teatro narrativo itinerante. Una donna sola cammina davanti a noi. Possiamo sentirne i passi ed i pensieri. La donna cammina, attraversa un teatro: i suoi spazi pubblici e quelli più privati. Gli spettatori muniti di radio guide si spostano seguendo i ritmi della sua voce: una sorta di percorso iniziatico attraverso luoghi interdetti e generalmente vietati agli spettatori. La donna chiede di seguirla perché vuole mostrare qualcosa e invita a proseguire non appena prende forma, scoprendo così un certo senso di possibilità infinita. La donna attraversa il teatro ma anche il tempo che l’ha cambiato, cammina e pensa, ha un teatro nella testa, parla di sé ma parla di tutti noi. Guarda le cose come non le abbiamo mai viste, crea paesaggi immaginari che coniugano realtà e finzione, e che si istituiscono come rifugio di un’identità collettiva. La biografia personale e collettiva è al centro del lavoro, come un corpo celeste oscuro, invisibile e al tempo stesso indagabile in ogni dettaglio per l’attrazione gravitazionale che esercita sui suoi satelliti.

Cuocolo/Bosetti da più di 20 anni conducono una profonda riflessione sui meccanismi di costruzione dell’identità culturale, sul valore della memoria e sul ruolo dell’arte nella formazione della coscienza collettiva nella società contemporanea. L’arte, per loro, è come scintilla in grado di riavviare un processo di riflessione sulla nostra identità. La loro pratica si colloca nel punto di raccordo tra discipline differenti e li avvicina alla perfetta incarnazione dello storyteller originario, quello che Walter Benjamin nel suo breve saggio Il narratore (1936) tratteggia come una figura quasi mitologica capace di creare uno spirito comunitario attraverso la propria voce. La loro attenzione è sulla creazione di uno spettacolo, una performance, un’installazione in movimento che è anche un atto di resistenza interiore, ‘un teatro in cammino’, pratica performativa che nasce a Melbourne nel 2013 grazie all’Australia Council for the Arts. I lavori che fanno parte di questo ciclo (The Walk, Underground, Exhibition) sono stati presentati in alcuni dei principali festival internazionali toccando più di cento città, ricevendo grande apprezzamento di pubblico e critica e numerosi premi tra cui: Green Room Award, Unesco Award, Mo Award, Premio Hystrio, Premio Creative Living Lab del Mibac.

Da dove viene questa idea? Rispondono Renato Cuocolo e Roberta Bosetti: “Da tante cose, cose fatte, cose lette e rilette, esperienze. The Walk è del 2013 ma le passeggiate esplorative iniziano a metà degli anni ’90. Dietro ci sono molti incontri importanti: quello con Bruce Chatwin e prima ancora la realtà di essere tra i pochi australiani con il permesso di rimanere laggiù dato dagli aborigeni: i Mimili dell’area Pijiangiara coi quali abbiamo condiviso le loro vie. C’è Proust con le sue strade maestre. La strada di Méséglise o quella dei Guermantes. C’è Walser con le sue passeggiate. C’è Tarkowskij incontrato a Roma con il suo Stalker che ti porta nella zona. C’è la Land Art ed i situazionisti. Il fatto è che, come sostenevano i peripatetici, camminando si pensa meglio e/o diversamente. Il camminare porta sempre in un altrove, che è qui fatto di memoria e di presenza”.

Teatro è pensato per gli edifici teatrali della tradizione e si interroga sulla loro natura. Ogni singolo spazio dell’edificio teatro acquista una tensione narrativa. Il tempo stesso si fa narrativo e quindi significativo. Il teatro è inteso come creatore di comunità che rende il tempo abitabile, anzi lo rende calpestabile in una casa comune. Lo spettacolo sarà occasione per riscoprire il Teatro Manzoni, un teatro dalla lunga storia, che prossimamente sarà oggetto di un restauro integrale. La storia plurisecolare del Teatro dei Risvegliati di Pistoia ha inizio nel 1694, quando l’omonima accademia di nobili e dotti fondò la prima sede teatrale della città, curandone poi la gestione, con alterne fortune, fino agli inizi dell’Ottocento. L’edificio subì varie modifiche nel corso del Settecento, ma i maggiori interventi di restauro furono eseguiti negli anni 1828-29 e nel 1863, facendo acquistare al teatro l’aspetto e le dimensioni che tuttora conserva, che rispettano la caratteristica tipologia del teatro all’italiana. Nel 1864 il teatro fu intitolato ad Alessandro Manzoni, che non mancò di esprimere alla città di Pistoia la propria gratitudine.

© Riproduzione riservata

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