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PISTOIA – “Di nuovo siamo alla disputa fra i gestori delle Rsa e la Regione Toscana in merito all’adeguamento delle quote sanitarie che vanno a coprire parte dei costi relativi al ricovero dei pazienti in queste strutture. Non è la prima volta che succede e come al solito si paventa un aumento a carico dei pazienti e delle loro famiglie, questa volta addirittura di 300 euro al mese”.
La denuncia arriva da Andrea Brachi, segretario generale Spi Cgil Pistoia, che afferma: “Il paventato aumento è dovuto sia all’aumento dei costi di gestione che al rinnovo (sacrosanto) dei contratti nazionali dei dipendenti che operano in queste strutture. Vogliamo sommessamente ricordare che i contratti nazionali di lavoro sono la garanzia non solo di risposte economiche per i dipendenti ma anche per la loro formazione che ovviamente ha ricadute positive sulla qualità del lavoro svolto e la sicurezza dei pazienti”.
“Ci rendiamo conto – prosegue Bachi – che queste strutture vivono momenti non facili, legati all’aumento dei costi energetici e dell’inflazione, ma non è accettabile che questi ricadano sugli utenti e sulle famiglie che già impegnano risorse importanti nell’assistenza dei loro cari, spesso con grandi sacrifici. Con questo aumento, non sostenibile, si avrà la conseguenza che molti pazienti non potranno più essere ricoverati nelle Rsa mettendo a rischio la loro salute (nella Provincia di Pistoia gli ospiti ricoverati in queste strutture sono circa 800).
“Qui si tratta di continuare a erogare un’assistenza sociosanitaria adeguata, sono uomini e donne che hanno il diritto di essere accompagnati in maniera adeguata negli ultimi anni delle loro vita, senza avere patemi d’animo, senza eccessivi o insostenibili problemi economici. Qui è in gioco il rispetto della persona umana. Nessuno – conclude il segretario – può o deve scaricare sugli ospiti e sulle famiglie difficoltà o inefficienze di gestione”.