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Cna Toscana Centro, incontro sulle Pmi: “Il rischio è la deindustrializzazione”

Dalla riflessione collettiva sono emersi dunque cinque assi strategici e cinque proposte fattive dalla formazione ai costi per l'energia

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PRATO – Un appello forte e chiaro per una nuova strategia di reindustrializzazione e sviluppo territoriale, che passi attraverso un nuovo modello di partenariato pubblico-privato. È quello lanciato da Cna Toscana Centro nel corso dell’incontro – dal titolo Le piccole e medie imprese, il motore della crescita dei territori – che ha riunito oggi (15 dicembre), nella sede direzionale di via Perlasca, i vertici del sistema Cna Toscana Centro guidati dal presidente Emiliano Melani e dai presidenti delle aree territoriali delle province di Pistoia e Prato, coordinati dal vicedirettore Stefano Vivai.

Al centro della discussione, il Manifesto sulla reindustrializzazione della Toscana, illustrato dall’economista Stefano Casini Benvenuti, già direttore di Irpet, e condiviso come punto di partenza della discussione dai dirigenti dell’associazione, che hanno definito a loro volta le priorità territoriali, riassunte in cinque punti: energia e costi, import-substitution, formazione e innovazione, finanza per lo sviluppo e nuovi modelli di business. Inoltre Giacomo Buonominidi Cna Toscana Centro ha focalizzato il tema generale sulle specificità locali.

La Toscana sta vivendo una fase di deindustrializzazione assoluta, aggravata da fattori globali come dazi, crisi energetica e tensioni geopolitiche. La manifattura toscana è in calo strutturale, con l’occupazione passata dal 26% nel 1995 a meno del 18%, mentre la produzione industriale arretra più della media nazionale. A pesare anche la congiuntura globale: gli Stati Uniti assorbono il 16% dell’export toscano e l’accordo sui nuovi dazi del 15%, insieme al deprezzamento del dollaro, minaccia oltre i tre quarti delle esportazioni regionali verso il mercato americano. Sul fronte dell’occupazione e dei salari per effetto della terziarizzazione dei territori, si acuiscono lavoro povero, polarizzazione salariale, aumento dei Neet ed emigrazione giovanile, con salari reali ancora inferiori ai livelli del 2008. Analoga congiuntura nei territori di Pistoia e Prato con una produzione industriale ormai in decelerazione costante (-3,4% var. I semestre 25/24), rallentamento dell’export (-0.8%), riduzione del volume delle operazioni bancarie del comparto produttivo (- 5%) ed un livellamento a ribasso delle retribuzioni.

Dalla riflessione collettiva sono emersi dunque cinque assi strategici e cinque proposte fattive.

Energia e costi – Ridurre incertezza e costi energetici, rafforzando l’impiego delle rinnovabili tramite piani energetici territoriali condivisi.

Riposizionamento industriale – Rafforzare e ampliare le porzioni di catene del valore già presenti in Toscana.

Formazione e innovazione – Investire su Its, università e start up giovanili, sfruttando strumenti nazionali ed europei.

Finanza per lo sviluppo – Orientare risparmio locale e finanza alternativa verso investimenti produttivi e infrastrutturali.

Nuovi modelli di business territoriali – Piattaforme di Pmi integrate, digitalizzate, sostenibili e attrattive per nuovi player di settore.

Cna Toscana Centro richiama inoltre l’esigenza di un dialogo più strutturato con la politica, soprattutto in vista delle prossime elezioni amministrative di Pistoia e Prato: “Le imprese devono essere riconosciute come soggetto motore della crescita economica – sottolinea l’associazione -, volano per la creazione di ricchezza e coesione sociale. Il declino industriale non è inevitabile. Serve una visione di lungo periodo e un partenariato avanzato tra istituzioni, imprese e società civile, valorizzando filiere e distretti locali per una più equa creazione e distribuzione del valore aggiunto della manifattura”.

Nel corso dell’evento, gli 8 presidenti delle aree territoriali di Cna Toscana Centro – per l’area di Prato Francesco Viti (Prato città), Daniele Montani (Piana Pratese), Greta Cherubini (Valbisenzio), Gabriele Noci (Montalbano), e per l’area di Pistoia Massimo Iozzelli (Pistoia città), Leonardo Fabbri (componente dell’Area Piana Pistoiese), Marcello Rafanelli (Valdinievole) e Lorenzo Mucci (Montagna Pistoiese) – hanno presentato proposte e criticità specifiche dei diversi distretti.

Per la provincia ha parlato il presidente di Area Pistoia Città, Massimo Iozzelli: “Pistoia ospita un polo di eccellenza europeo della mobilità su rotaia, un asset strategico che richiede investimenti in formazione tecnica, Its, università e piattaforme digitali di skill mapping basate su intelligenza artificiale. Il distretto necessita di figure altamente specializzate , competenze trasversali e specializzazioni operative produttive – oggi sempre più difficili da reperire. Per Cna, Pistoia può consolidarsi come hub europeo della mobilità su rotaia ed in generale dello sviluppo sostenibile, unendo ferrotranviario e produzione vivaistica, grazie a investimenti mirati nel capitale umano e nella collaborazione tra istituzioni e imprese. Perché a Pistoia viene prodotta naturale sostenibilità.”

Così i presidenti della Montagna Pistoiese e Valbisenzio, Lorenzo Mucci e Greta Cherubini: “Le aree interne dispongono di risorse naturali e potenzialità turistiche, ma soffrono di spopolamento, carenza di servizi e fragilità delle infrastrutture. Cna chiede: riqualificazione delle arterie principali e messa in sicurezza dei versanti; infrastrutture “intelligenti” per il monitoraggio continuo; sviluppo di micro-idroelettrico, fotovoltaico integrato e teleriscaldamento a biomassa nelle frazioni isolate, oltre a soluzioni ibride per ridurre bollette, aumentare autosufficienza e generare occupazione. Centrale il ruolo delle Comunità Energetiche Rinnovabili, su cui Cna è già attiva con la prima Cer della provincia di Pistoia. Il taglio della linea Pnrr per i Comuni sotto i 50mila abitanti rischia però di frenare investimenti cruciali”.

Di credito e capitale ha parlato Leonardo Fabbri dell’Area Piana Pistoiese chiedento di “affrontare la sottocapitalizzazione delle imprese artigiane e garantire un accesso al credito più stabile”.

Marcello Rafanelli, presidente dell’Area Valdinievole ha parlato di “facilitare successioni e sinergie tra imprese per preservare know-how e continuità nei distretti”.

Infine si è parlato di promozione integrata del territorio con Gabriele Noci, presidente dell’Area Montalbano: si parla di unire manifattura, turismo, enogastronomia e patrimonio culturale, come dimostrano le buone pratiche del Montalbano.

L’evento è stato sponsorizzato da Enegan. 

© Riproduzione riservata

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