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PISTOIA – Un grido silenzioso per non dimenticare le atrocità che si stanno consumando in Palestina e nel resto del mondo.
La Biblioteca San Giorgio ospita la nuova esposizione di Daniele Capecchi, autore anche dei due ritratti di Pier Paolo Pasolini e Piero Bigongiari che arricchiscono la struttura di via Pertini sin dalla sua apertura. La mostra Requiem si apre sabato (4 ottobre) alle 17.30 con un incontro con l’artista.
Daniele Capecchi, nato a Pistoia nel 1973, è un artista il cui percorso pittorico è caratterizzato da un’evoluzione stilistica che parte da grandi vedute di alberi e cieli per arrivare alla pittura ritrattistica che lo contraddistingue oggi. Nelle sue opere più recenti, Capecchi esplora la pittura figurativa, concentrandosi sui volti e le espressioni dei soggetti, interpretando i ‘tempi bui’ attraverso un dialogo tra speranza e disillusione. Oltre varie alle mostre personali e collettive, Capecchi si è distinto anche per interventi di street art, come il murale dedicato a Kobe Bryant a Pistoia. La sua ricerca artistica si è da sempre concentrata sulla pittura figurativa tradizionale e sul suo ruolo nel narrare le sfide della contemporaneità.
La mostra di ottobre, composta perlopiù da opere in bianco e nero di recente realizzazione, affonda le proprie radici nelle ombre più profonde dell’attualità, in particolare nei contesti di guerra e genocidio, sin dal titolo, Requiem, da intendersi in questo caso non sol come una preghiera per i defunti, ma anche come un lamento per la perdita e la sofferenza. Le opere in bianco e nero, evocano proprio questo senso di lutto e disperazione. I volti sfocati sottolineano la de-umanizzazione e la spersonalizzazione che accompagnano i conflitti, dove le persone diventano numeri e la loro identità si perde nel caos. I ritratti più definiti, invece, guardano in faccia la paura e il dolore delle vittime, attraversando l’esperienza della guerra estremamente personale e viscerale.
Le opere in mostra spingono lo spettatore, attraverso la sensibilità dell’artista, a un confronto con la realtà della sofferenza umana, ricordando che dietro ogni statistica c’è un’esistenza spezzata. La pittura in questo caso non è solo un atto di creazione, ma un atto di memoria e di denuncia.
La mostra sarà presente nelle vetrine e spazi espositivi interni della biblioteca fino al 3 novembre.