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Arriva a Pistoia il Pronto intervento rapido: sarà alla casa di comunità Il Ceppo

È la soluzione studiata dalla Regione per ridurre la pressione sui pronto soccorso: tratterà patologie acute ma non di particolare gravità

PISTOIA – A Pistoia nascerà alla Casa di Comunità Il Ceppo. È il Pronto intervento rapido, destinato a prendere in cura i cittadini che presentano problemi di natura non grave, ma cbe comunque richiedono un intervento sanitario.

I Pir, questo l’acronimo, saranno di tre tipi, ovvero tutti i modelli di cui si discute oggi Italia. Saranno sperimentati a partire da ottobre per sei mesi e saranno un pezzo importante del nuovo modello di assistenza territoriale che la Toscana sta mettendo a terra. All’interno opereranno medici delle continuità assistenziale e infermieri. In rete con il personale del dipartimento emergenza urgenza del presidio ospedaliero e medici del dipartimento cure primarie, in collaborazione con i medici di medicina generale: medici e infermieri che nei Pir avranno a disposizione un’adeguata strumentazione, apparecchi per la misurazione dei valori di emoglobina, glicemia, elettroliti ed altri valori del sangue ad esempio, strumenti per test rapidi, farmaci, un elettrocardiografo connesso in rete e un ecografo.

A maggio l’Asl Toscana Centro era stata incaricata di progettare l’architettura del nuovo servizio e il progetto ora è pronto, approvato dalla giunta regionale,

“Questi ambulatori – sottolinea il presidente Giani – saranno un po’ la nuova frontiera per la patologia acuta del cittadino, che, in caso di codici minori, anziché rimanere in coda per ore e ore al pronto soccorso, con i casi più gravi che giustamente hanno precedenza, potrà più velocemente essere curato. Una volta a regime considereremo la possibilità di replicare l’esperienza in altri territori”.

“Abbiamo deciso di sperimentare tutti i modelli in questo momento al centro del dibattito italiano per arrivare a definirne uno toscano – spiega l’assessore Bezzini -. Ci saranno dunque strutture dove si entrerà su indirizzo del medico di famiglia o dell’116117 e altre con accesso diretto. Si tratta di ambulatori per emergenze non gravi  e non critiche,  uno strumento per migliorare la presa in carico dei pazienti ma anche un tentativo di alleggerire la pressione sui pronto soccorso”.

I Pir territoriali avranno la funzione di garantire l’accessibilità e la tempestività delle cure, ma anche la continuità dei percorsi assistenziali. Aiuteranno la presa in carico, con un effetto a cascata, non  marginale dunque, sui pronto soccorso degli ospedali.

Il 40-42 per cento degli accessi ai pronto soccorso toscani, ricorda il responsabile della direzione sanitaria Federico Gelli, riguarda infatti proprio i codici minori, di cui la metà è costituita da persone che si autopresentano. 

Si parte dunque da ottobre con la sperimentazione di tutti e tre i tipi di Pir: ambulatori ‘da città’, di quelli – aperti per dodici ore al giorno – che saranno attivi nelle Case di comunità  dei centri più popolati e dove l’accesso avverrà attraverso il medico di famiglia o l’116117; strutture pensate per i presidi sanitari di territori meno popolati e con minor offerta di servizi o a maggior rischio di carenza di medici di medicina generale, dove si potrà accedere direttamente, attraverso i medici di famiglia o l’116117; saranno testati anche gli ambulatori che si intende attivare in prossimità dei pronto soccorso.

Per il primo tipo la sperimentazione avverrà ad Empoli alla Casa di comunità Gino Strada, a Prato alla Casa di comunità Centro Est, a Pistoia, come detto, alla Casa di comunità Il Ceppo e a Firenze alla Casa di comunità delle Piagge. Per testare i Pir di secondo tipo è stato scelto il centro medico avanzato già attivo a Figline. Il terzo tipo di ambulatorio dove condurre la sperimentazione troverà sede  all’ospedale Torregalli tra Firenze e Scandicci.

Ma di quali casi, concretamente, si prenderanno carico? Ad esempio di otiti, sinusite, stipsi e diarrea, riacutizzazioni di malati cronici, ferite superficiali non da saturare, rimozione di punti di un precedente intervento, crisi di panico, abrasioni, dolori muscolari e scheletrici, distorsioni del piede o fratture del dito, contusioni, torcicollo o punture di insetti. Si dovrà invece andare al pronto soccorso per dolori al torace, difficoltà acute nella respirazione, mal di testa intenso e inusuale come per qualsiasi sintomo riconducibile ad un disturbo neurologico acuto. Per precauzione, visto che si tratta di sintomi sentinella di patologie più gravi.

© Riproduzione riservata

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