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PISTOIA – Riunione in Prefettura a Pistoia sullo stato della sicurezza in provincia e sulle aggressioni al personale sanitario.
Si è tenuta il 29 agosto alla presenza del prefetto di Pistoia, Licia Donatella Messina, e dei vertici provinciali delle forze dell’ordine. Durante l’incontro è stata confermata la continua attività delle forze dell’ordine nell’opera di controllo e vigilanza del territorio, in chiave preventiva e repressiva di ogni forma di illegalità.
In particolare, sono state affrontate le questioni relative alle tematiche di maggiore attualità, quali l’immigrazione, la delinquenza comune (compresi i casi di truffe agli anziani e di violenza domestica e di genere), la gestione dei conflitti sociali e i rischi derivanti dalla crisi israelo-palestinese tuttora in corso.
Si è dato risalto anche al tema delle aggressioni fisiche e verbali ai danni del personale medico e infermieristico. Il fenomeno è motivo di preoccupazione per gli operatori impiegati nei presidi sanitari, le cui rappresentanze saranno a breve ricevute in Prefettura per approfondire la problematica e individuare delle possibili iniziative condivise e delle strategie di intervento.
Sul tema proprio in questi giorni si è espresso il presidente dell’Ordine dei Medici di Pistoia, Beppino Montalti: “Sono almeno sei anni che il tema della sicurezza per i colleghi in servizio alla continuità assistenziale è una priorità per l’Ordine dei Medici: nel settembre del 2018 presentammo, e consegnammo nei mesi successivi, un dispositivo gps che consentisse ai medici in servizio alla guardia medica di poter allertare immediatamente le autorità in caso di pericolo. Il perdurare del problema ci dimostra come sia necessario andare oltre le iniziative e inserire tra le priorità del nostro sistema sanitario la sicurezza degli operatori, condizione minima per poter esercitare la professione. Per questo motivo non possiamo che condividere l’appello lanciato nei giorni scorsi dall’Ordine delle professioni infermieristiche interprovinciale e chiedere l’istituzione, anche a Pistoia, di un tavolo di lavoro tecnico-istituzionale che veda coinvolti i rappresentanti delle professioni sanitarie, le istituzioni e le forze dell’ordine, per cercare una soluzione unitaria e condivisa sul tema”.
“Mi trovo costretto a ripetere le parole di sei anni fa – prosegue Montalti – le sedi di molte guardie mediche sono in montagna, all’interno di vecchie scuole, o in piccole frazioni in aperta campagna, spesso sfornite di computer e senza linea telefonica. L’Ordine da sempre cerca di tutelare gli operatori di guardia medica cercando di attivare tutte le iniziative possibili per superare l’isolamento lavorativo a cui sono sottoposti cercando di difendere l’incolumità di chi, nonostante tutte queste difficoltà, continua a garantire un servizio fondamentale alla cittadinanza”.