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PESCIA – La nuova legge nazionale sulle aree montane, con i suoi criteri rigidi e risorse inadeguate, rischia di escludere dall’accesso alle risorse economiche nazionale due Comuni toscani su tre, tra cui il Comune di Pescia. Lo sostiene il vicesindaco di Pescia con delega alla montagna, Luca Tridente, aggiungendosi all’appello già lanciato nei giorni scorsi da Anci Toscana in merito ai nuovi criteri di classificazione delle aree montane previsti dalla legge 131/25. “Durante la seduta della Consulta della Montagna è emersa una posizione unanime di netta contrarietà rispetto alle indicazioni scaturite dal tavolo ministeriale. I criteri proposti rischiano di escludere fino a due terzi dei Comuni oggi riconosciuti come montani, eliminando di fatto anche la categoria dei Comuni parzialmente montani – ha detto – si tratta di una scelta che avrebbe conseguenze gravissime sull’accesso ai fondi nazionali, già oggi del tutto insufficienti. Soprattutto dopo la decisione di centralizzarli, sottraendo alle Regioni oltre il 50% delle risorse che il precedente governo aveva loro destinato”. In vista della prossima Conferenza Unificata, Tridente e l’amministrazione comunale di Pescia (ri)lanciano un appello verso un’azione condivisa e determinata da parte dei territori. “Sarà necessaria una mobilitazione forte e coesa, con il coinvolgimento dei consigli comunali e delle forze parlamentari, per ottenere una legge capace di tutelare realmente le nostre comunità montane – ha concluso – serve una posizione chiara e netta contro una decisione che rischia di mettere ulteriormente in crisi i Comuni e le aree interne. Non possiamo permettere che decisioni prese dal governo mettano in difficoltà le nostre montagne”.


