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PESCIA – Chiusura del punto nascite di Pescia, la civica Uniti per Pescia con Franchi sindaco indignata per la decisione del ministero della salute.
“Come cittadini e amministratori di Pescia – dice la nota della lista che sostiene il sindaco Riccardo Franchi – non possiamo che esprimere la nostra profonda indignazione per il comportamento del ministero della salute che ha impiegato tre anni per rispondere alla richiesta – inoltrata dalla Regione Toscana nel giugno 2022 – relativa al mantenimento del punto nascita del nostro ospedale. Un tempo di attesa semplicemente inaccettabile, mai visto prima per una questione così cruciale per la salute pubblica e il diritto delle donne a partorire in sicurezza vicino a casa. È ancora più vergognoso apprendere che la decisione del ministero era già stata presa nel lontano gennaio 2023, e che solo ora – a più di due anni di distanza – sia stata ufficialmente comunicata alla Regione: un ritardo istituzionale che suona come un vero e proprio schiaffo ai cittadini, che avevano tutto il diritto di essere informati tempestivamente”.
“Ma la beffa non finisce qui. Più che un parere tecnico, da Roma è arrivato un verdetto: il ministero intima alla Regione la chiusura del punto nascita e, con tono burocraticamente glaciale, chiede perfino che venga trasmessa la “prova” dell’avvenuta chiusura. Non una proposta, non un dialogo, ma un ordine senza possibilità di replica. Altro che confronto: questa è una sentenza senza appello – prosegue la nota – Per mesi siamo stati interpellati da cittadini preoccupati, che ci chiedevano aggiornamenti, mentre a Roma dove evidentemente la trasparenza è un concetto flessibile la decisione era già presa e ben nota. E allora ci chiediamo: perché questo silenzio? A chi giova? Per quale ragione si è atteso così tanto prima di rendere pubblica una scelta tanto grave?”.
“Fortunatamente, sul nostro ospedale stanno proseguendo gli investimenti del Pnrr, decisi dalla Regione Toscana per un totale di circa 14 milioni di euro – conclude -E in particolare, per quanto riguarda il reparto di ginecologia, durante l’assemblea pubblica del 5 giugno, il dottor Errichiello e il suo team hanno incontrato la cittadinanza per illustrare i servizi attivi e confermare l’impegno a favore delle donne del nostro territorio. Dal moinistero chiedevamo chiarezza e tempestività. Ci hanno risposto dopo tre anni. E non con un parere, ma con un diktat. Ne prendiamo atto, nostro malgrado, perché non ci viene lasciata altra scelta. Ma è nostro dovere denunciare con forza la mancanza di trasparenza, il disinteresse verso le comunità locali e un modo di governare la sanità pubblica che rischia di allontanare sempre di più i cittadini dalle istituzioni”.