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PISTOIA – “Ancora una volta la Montagna Pistoiese si trova a dover fare i conti con una viabilità compromessa che penalizza residenti, imprese, lavoratori e turisti. Siamo in presenza di un disastro annunciato. La situazione è ormai insostenibile e richiede interventi urgenti, concreti e coordinati”.
È quanto denuncia Confcommercio Pistoia e Prato, che da tempo raccoglie il grido d’allarme delle attività economiche del territorio montano. La chiusura della SS 66 in località La Lima per una frana è solo l’ultimo episodio di una lunga serie. A questo si aggiungono i ben 3 semafori attivi lungo il tratto che scende da Abetone verso Pistoia (La Mora, La Lima e Borghetto), dove – nonostante i disagi – non sono in corso interventi attivi. Una situazione che rallenta fortemente la circolazione e scoraggia la frequentazione della zona.
Ancora più critica appare la direttrice verso Lucca: si contano almeno 8 semafori e una strada statale attualmente chiusa per lavori, con conseguente deviazione al Ponte del Diavolo. Un tracciato già fragile che rischia di collassare nei momenti di maggiore traffico. In questo quadro si inserisce la prevista chiusura del ponte Melini a Pracchia, a fine maggio, che interromperà il collegamento tra il versante toscano e quello emiliano, con pesanti ricadute sui flussi commerciali e turistici.
“Da oltre 10 anni – precisa Confcommercio – denunciamo la necessità che il territorio si doti di una viabilità all’altezza degli altri versanti, dove sono state compiute le opere necessarie. I problemi delle ultime settimane non sono che il riflesso di una situazione incancrenita. Le aziende della Montagna sono messe a dura prova da questo scenario. Chiediamo una programmazione seria degli interventi, tempi certi e una regia unica tra gli enti coinvolti. Non possiamo più permetterci una viabilità frammentata, inefficiente e imprevedibile”.
Confcommercio ribadisce quindi la necessità di “trattare la viabilità montana come una priorità assoluta, garantendo accessibilità, sicurezza e continuità territoriale a chi vive e lavora in una delle aree più fragili e preziose della provincia”.