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MASSA E COZZILE – Nasce spontanea, resiste, si insinua tra le fessure e si espande silenziosamente: è la gramigna, pianta tenace che dà il nome ad un nuovo progetto d’arte contemporanea a Massa e Cozzile, in provincia di Pistoia. Il titolo è, appunto, Gramigna | Disseminazione Contemporanea: un percorso collettivo curato da Gian Guido Grassi, promosso dal Comune di Massa e Cozzile e realizzato da Start Attitude, che porta nel borgo medievale quattro nomi tra i più riconosciuti e sorprendenti della scena artistica contemporanea: Dem, Muz, Alleg ed Ericailcane.
L’inaugurazione è prevista per domani (29 giugno) alle 18, e il progetto sarà visitabile fino al 21 settembre.
Come sottolinea il curatore Grassi “il titolo della mostra rimanda ad una forma di presenza silenziosa e tenace, che cresce ai margini, si insinua tra le crepe e si adatta al paesaggio senza mai perdere la propria forza. Così sono anche le pratiche dei quattro artisti: nate in contesti urbani e capaci di adattarsi con naturalezza a luoghi inattesi. Le loro opere occupano il borgo creando un dialogo tra installazioni pubbliche e spazi espositivi”.
La mostra diffusa vuole essere un modo per riscoprire la storia del borgo di Massa e Cozzile che, attraverso l’arte contemporanea, viene recuperata. è un racconto che si muove tra architettura e spiritualità, compiendo una riflessione ispirata dal rapporto tra due personaggi, il Vasari e Cosimo de’ Medici, che da un anno muove il lavoro degli artisti . Nel Rinascimento, infatti, si registra un calo di interesse nei confronti della religione tradizionale, mentre aumenta quello per il misticismo, per l’alchimia, per quelle pratiche che tendono a cambiare il rapporto tra l’uomo e l’universo. Le opere muovono dunque da questi presupposti, rimanendo sempre in equilibrio tra la narrazione storica e la valorizzazione degli elementi più recenti.
Il percorso si snoda attraverso un grande murale che accoglie i visitatori, tre installazioni e due sedi espositive. Parte all’interno del Museo di San Michele e nel rinnovato Palazzo Comunale, dove trovano spazio circa 30 opere tra sculture, dipinti, disegni e maschere. L’allestimento si fonde con l’architettura degli ambienti storici, trasformando le sale del convento della Visitazione in scenari che accolgono e amplificano la presenza delle opere. La nuova casa dei cittadini di Massa e Cozzile aprirà le sue porte proprio con la mostra. Qui Alleg porta una sorta di lavoro editoriale, Dem espone otto maschere e Ericailcane delle serigrafie.
Il Museo di San Michele si affaccia sulla piazza Cavour ed è costituito dalla cappella omonima, impreziosita da dipinti seicenteschi, e da due sale adiacenti che un tempo appartenevano al monastero. Il grande salone conserva ancora il coro ligneo, con lo scranno riservato alla Madre Superiora, divenendo teatro di un confronto suggestivo tra passato e presente. Dal museo, l’arte si diffonde nel borgo, radicandosi negli spazi pubblici.
Alleg interviene sulla facciata del convento della Visitazione con un grande gatto che gioca con gomitoli di lana collocati sulle finestre, reinterpretando lo spazio in chiave onirica e ironica. Al convento di clausura, infatti, vigeva un editto mediceo che vietava “di giocare a palle e pallottole” intorno alla zona. Alleg presenta quindi il bassorilievo di un grande gatto nero che, noncurante della rigidità di quella regola, è intento a giocare in un luogo un tempo abbandonato che adesso è tornato a pulsare.
Muz, con i suoi arazzi, trasforma un arco rampante in via Bettino Ricasoli in una struttura celebrativa con due stendardi ispirati a Giorgio Vasari e al Palazzo della Fraternita dei Laici di Arezzo, generando una potente suggestione visiva attraverso il vuoto e la forma. Nello spazio del Convento, inoltre, Muz ha installato acquasantiere, candelabri, rosoni, pitture e anfore che indagano gli aspetti più profondamente legati all’architettura.
Dem colloca tre figure misteriose sotto al loggiato in Piazza Giacomo Matteotti, apparizioni scultoree archetipiche e maschere che osservano silenziosamente il passaggio del tempo e dei visitatori. Elementi naturali, come zucche e pietre, contornano la scena. Una sorta di realtà oltre la realtà, un lavoro in qualche modo esoterico che apre delle riflessioni legate all’alchimia.
Ericailcane, come nel suo stile, realizza una narrazione visiva animata da animali immaginari che si integrano nel tessuto architettonico con una poetica visionaria e grottesca, colonizzando il borgo con le sue creature incise nella memoria collettiva. Il murale che ha realizzato sulla facciata dell’Istituto Pasquini è carico di significati. Su di esso campeggia il gatto Bernardo, per 17 anni mascotte della scuola e insignito con un diploma ufficiale nel 2018. Il murale racconta una storia di coraggio, di paura e di lotta, legandosi all’ottantesimo anniversario della liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo. Niente volti storici, né armi, ma un gatto – che rappresenta il popolo italiano, silenzio, composto, ma sempre pronto a graffiare – e dei topi, simbolo della dittatura, che cercano di incutere timore facendo branco.
Gramigna è anche un progetto educativo. Coinvolge gli studenti delle cinque sezioni della classe terza della scuola secondaria dell’Istituto comprensivo statale Bernardo Pasquini, che hanno partecipato – per tutto l’anno scolastico – ad incontri e laboratori con il curatore e i quattro artisti. Ciascuno di essi ha compiuto un intervento site specific nello spazio pubblico. Il risultato è una mostra allestita al circolo del paese, con opere che saranno valutate per il “Premio Vasari”: un’occasione di dialogo tra generazioni e di sperimentazione concreta per i più giovani.