(Adnkronos) – Dove ha fallito il Terzo polo, è riuscito il Medio Oriente con il suo eterno conflitto: (ri)mettere insieme Matteo Renzi e Carlo Calenda. I due leader saranno in piazza insieme, hanno avuto "contatti diretti" per organizzare una "iniziativa comune" il 6 giugno a Milano. Obiettivo, condannare il governo israeliano per Gaza ma anche sensibilizzare "sul pericolo dell'antisemitismo e contro chi professa la distruzione dello Stato di Israele". Un piazza per la pace, quella di Milano, che arriva dopo anni di alti e bassi, polemiche e accuse reciproche via social o in tv. E pazienza se c'è di mezzo un pizzico di strategia politica, con il resto del centrosinistra (Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni) pronto a scendere manifestare a Roma il giorno dopo, 7 giugno, contro i bombardamenti a Gaza.
Eppure, all'inizio era (quasi) idillio tra i due (ex) partner. Nel 2016, Renzi premier, Calenda viene inviato a Bruxelles come rappresentate presso l'Ue: "Visto che vi lamentate, vi mando uno più rissoso di me e bravissimo sui dossier: Calenda", annuncia Renzi. L'ex manager Ferrari ha sempre rivendicato il lavoro svolto nell'esecutivo del Rottamatore, dove è stato vice ministro (lo era anche con Letta) e poi ministro. I punti in comune tra i due, del resto, non mancano. Come la permanenza e poi l'uscita 'rumorosa' dal Pd. E infatti alle comunali del 2020 sono insieme, con Calenda candidato sindaco a Renzi che lo supporta con Iv.
Il tentato assalto al Campidoglio, però, mette alla prova il rapporto. Da lì in poi la convivenza si dimostra subito difficile, se non impossibile. Il leader di Azione rimprovera all'ex premier le conferenze estere, va in tv e inizia a cannoneggiare: "Del centro di Renzi non me ne po' fregà de meno. Faccia quello che gli pare, se ne vada in Arabia Saudita". Di più, Calenda dice di Renzi: "E' nato rottamatore ed è diventato una versione modernizzata di Mastella". Ma l'ex ministro è imprevedibile, alle politiche rompe improvvisamente con Enrico Letta e il Pd e si presenta insieme a….Renzi. Il progetto è quello che, forse, alla fine ha fatto più bisticciare i due leader: il Terzo polo. Per un po' tra i due torna il sereno: "Non mi interessa fare il front man, può farlo Carlo", dice Renzi. Ma la luna di miele finisce presto, con le prime polemiche sui gruppi parlamentare unici e sul progetto di fondere Azione e Iv in un grande soggetto di Centro.
Galetto, però, è il Twiga. Nell'estate del 2023 è già scoppiata la bufera intorno alla ministra Daniela Santanchè, di cui Calenda chiede a piena voce le dimissioni. Su Twitter spunta un foto di alcuni esponenti di Iv a pranzo al Twiga, lo stabilimento balneare della Santanchè. Sui social scatta la gogna: "Italia Twiga" è l'hashtag più seguito. A stigmatizzare ci sono anche alcuni esponenti di Azione. Renzi è lapidario: "Grillismo degli anti-grillini”.
Da lì, il solco tra i due diventa profondo. Una voragine. "Renzi ha provato a rifilarci una sola e non gli è riuscito", scrive Calenda sui social a proposito del progetto del grande centro. Alle europee del 2024, i due si presentano in due liste differenti che, divise, non superano lo sbarramento. "Due milioni e 100mila persone hanno scelto di fare il Terzo Polo. Un cittadino romano ha scelto di non farlo più. Io non ho niente contro di lui: l'ho fatto ministro, ambasciatore, presidente del Terzo Polo, non aveva le firme e gli ho dato le firme…", spiega Renzi parlando del suo ex ministro.
Lo scontro prosegue e si trascina nel tempo. "Questa proposta non ti vieta di lavorare per qualcun altro, ma se lavori per l'Arabia Saudita quando in Parlamento c'è un voto che disciplina i rapporti con quello Stato tu dovrai astenerti", dice Calenda presentando un legge sul conflitto di interessi. Tutto questo fino al crisi a Gaza che, il 6 giugno, rimetterà fianco a fianco Renzi e Calenda in piazza. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Renzi-Calenda insieme a Milano per Gaza: dal Twiga al Terzo Polo, quante liti tra i due
© Riproduzione riservata