fbpx
26.7 C
Pistoia
giovedì 10 Luglio 2025
Segnala a Zazoom - Blog Directory
spot_img

Lazza e la scena italiana, a San Siro è il giorno del giudizio del rap

(Adnkronos) – Per alcuni San Siro non è solo uno stadio. È un punto di arrivo, il coronamento di un percorso, l’aspirazione massima, il sogno. E per chi quel campo lo ha sempre visto dagli spalti, abbonato in Curva Sud, la prima volta doveva per forza essere speciale. Le aspettative c’erano, certo, ma lui le ha superate tutte: Lazza, San Siro, 9 luglio. Un concerto, uno spettacolo, uno show. Di aggettivi se ne potrebbero usare tanti, ma alla fine quello che conta sono gli occhi lucidi dei fan in prima fila, le urla di chi non ha smesso mai di saltare, e di chi ha visto passare davanti ai propri occhi passato e presente del rap italiano.  Si, perché a San Siro c’erano tutti. Chi ha aperto la strada e chi ne sta esplorando di nuove. Lazza ha raccontato la sua storia rendendo omaggio al passato, accogliendo sul palco le leggende di ieri e i talenti della nuova scena. Ma il protagonista, indiscusso e indiscutibile, è sempre lui: Jacopo Lazzarini. E alla fine per riempire un palco minimalista, con due schermi ai lati e un’orchestra in sottofondo, serviva una presenza proprio come la sua. Niente ballerini, niente scenografie. Solo musica, giochi di luce e fuoco a fare da contorno a uno show degno della Scala del calcio.  Ciascun capitolo dello spettacolo, dalla durata di 3 ore, ha un’identità propria, ma tutti raccontano un’unica storia. Il suo percorso artistico passa dal rap più crudo fino alla drill, passando per il pop sanremese. Da 'Ouv3rture' a '100 Messaggi'. Brano dopo brano, Lazza si muove tra mondi diversi, che lo rappresentano dal giorno 0 e che hanno al centro di tutto la musica e i suoi fan. Perché per lui, ragazzo sincero e impulsivo, il rapporto con il pubblico è sempre stato fondamentale. E quindi la gita della sera prima, che assomigliava tanto a una ‘notte prima degli esami’, ha perfettamente senso. Lazza ha guidato fino a San Siro, si è fermato a guardare quello che poche ore dopo sarebbe diventato il suo regno e ha salutato quei fan già in coda davanti ai cancelli per un posto in prima fila. Battute, foto, autografi, sorrisi. Un gesto piccolo, ma che dice tanto su chi è Jacopo. “Aiutami San Siro”. In uno dei rari momenti di appannamento, quando Lazza ha alzato lo sguardo fino al terzo anello, e forse si è reso conto di dov’era arrivato, è proprio a loro che ha chiesto una mano. L’urlo che ne è seguito ha anticipato una coreografia che ha abbracciato le tribune con i colori del suo Milan: “Ok Zzala”. Ora è il suo pubblico a scrivere la sua firma musicale. Questo lo ha spinto oltre ogni limite e paura. Al resto ci pensa la famiglia. Quella acquisita e quella di tutti i giorni.  Uno dopo l’altro Lazza porta con sé il meglio della scena italiana. Chi si aspettava Sfera Ebbasta, Geolier, Capo Plaza, Tony Effe e Jake La Furia è stato accontentato, ma con Lazza non ci si annoia mai. Sul palco, accompagnata dall’orchestra, arriva la voce, pulita e inconfondibile, di Laura Pausini, che unisce la storia del pop al genere che sta dominando le classifiche. Uno spettacolo che non si vede spesso. Ma quello a cui sta assistendo San Siro è il giorno del giudizio del rap. E allora lui non può mancare. Marracash reclama la sua corona di fronte a un pubblico in delirio, pochi giorni dopo il sold out arrivato in quello stesso stadio. ‘-3 (Perdere il volo)’ sembra la conclusione di quello che, non ce ne voglia il King del Rap, è un Lazzageddon. Ma non lo è. La musica di Jacopo infatti non si fonda sulle basi o sui featuring, ma si lega alle persone che lo circondano in ogni fase della sua vita. Che lo hanno reso chi è, nel bene e nel male. 'Porto Cervo' parla di un amore finito, 'SENZA RUMORE' racconta di un cuore rinato tra le braccia della compagna e del figlio Noah. Quindi la presenza di Greta sul palco non sorprende. La modella lo abbraccia con gli occhi lucidi e gli sussurra qualcosa all’orecchio, prima di sciogliersi in un bacio. È un momento talmente intimo che non sembra appartenere a uno stadio. Quegli occhi addosso sembrano in più.  Eppure San Siro è un giorno che Lazza vuole condividere proprio con le persone che ha intorno. Dopo Orsingher sale sul palco la madre, poi la nonna, infine il padre. A lui, Lazza dedica la 'Dolcevita', il finale del suo show: “Ti ricordi due anni fa? Eravamo in Curva, al derby. Ti avevo detto che nel 2025 lo avrei riempito da solo. Quella partita l’abbiamo persa, ma oggi abbiamo vinto”. E qualcuno, in tribuna stampa, sotto quegli occhiali scuri, giura di aver visto una lacrima. (di Marica Di Giovanni) —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

spot_img

Notizie correlate

Pistoia
cielo coperto
26.7 ° C
27.4 °
25.7 °
32 %
2.7kmh
89 %
Gio
27 °
Ven
26 °
Sab
24 °
Dom
25 °
Lun
27 °

Ultimi articoli

SEGUICI SUI SOCIAL

VIDEO NEWS