(Adnkronos) – Nel 2024 il gioco online illegale nell’Ue ha generato ricavi per 80,6 miliardi di euro, sottraendo agli Stati oltre 20 miliardi di entrate fiscali. Un fenomeno che vede gli operatori non autorizzati detenere il 71% del mercato, più del doppio rispetto al comparto legale. E’ quanto si legge nello studio condotto da Yield Sec per la European Casino Association.
“La ricerca ha due pregi – commenta Moreno Marasco, presidente di Logico – intanto, perché rimette al centro del dibattito il gioco online. Anche quando si parla di pubblicità si considera sempre e soltanto quella in tv e sponsorizzazioni ma quella online da parte del gioco illegale l’ha sempre fatta da padrone, a scapito di quella legale. E poi, finalmente, una ricerca fotografa con chiarezza il problema della canalizzazione e il ruolo centrale del concessionario. I dati – prosegue – confermano che la domanda di gioco esiste a prescindere dalla pubblicità: se non è legale, sarà illegale. Ignorare questa realtà è un errore che favorisce gli operatori fuori dalla legalità mentre occorre una politica pragmatica che tuteli i consumatori e garantisca la legalità. Vietare a chi ha una regolare concessione di comunicare, soprattutto online, significa lasciare campo libero al settore illegale, che non rispetta divieti e continua a intercettare i consumatori. La pubblicità degli operatori autorizzati non era solo ‘marketing’: serviva anche a contrastare la visibilità delle piattaforme non regolamentate, che oggi dominano il digitale. È necessario pubblicizzare i marchi, attuare le norme già esistenti per bloccare le transazioni finanziarie e adottare strategie efficaci sui canali digitali”, dice ancora Marasco.
Sulle transazioni finanziarie, Marasco sottolinea: “Lo studio rivela che il problema è di livello europeo e questo significa che la politica nazionale e comunitaria dovrebbero collaborare per applicare al gioco online strumenti efficaci già ben note ai governi degli Stati Membri già adottate nel settore finanziario. Ci chiediamo per quali motivi non sia stato fatto sinora, neanche quando ai vertici Adm sedeva un alto esponente di provenienza Consob, favorevole e avvezzo a queste soluzioni”.
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