(Adnkronos) – Trasferire la residenza e lavorare in Italia conviene: i lavoratori e le lavoratrici con specifici requisiti, infatti, possono beneficiare di un importante sconto IRPEF grazie al cosiddetto regime impatriati.
Nonostante la riforma fiscale abbia ristretto il raggio di azione delle agevolazioni, coloro che rientrano in Italia nel 2025 dopo un periodo all’estero possono beneficiare ancora di un importante abbattimento della base imponibile.
Dai requisiti alla durata, una panoramica sulle agevolazioni previste dall’articolo 5 del decreto legislativo numero 209 del 2023 che ha completamente riscritto la normativa di riferimento. A partire dal 2024 è entrato in vigore il cosiddetto nuovo regime impatriati che prevede una riduzione della base imponibile pari al 50 per cento nel limite annuo di 600.000 euro. In particolare, soltanto la metà dei redditi di lavoro dipendente, dei redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, dei redditi di lavoro autonomo, che derivano dall'esercizio di arti e professioni, prodotti in Italia da coloro che trasferiscono la residenza nel territorio dello Stato concorre alla formazione del reddito complessivo. Per accedere alle agevolazioni previste per chi rientra in Italia è necessario rispettare una serie di requisiti che riguardano sia la carriera lavorativa che gli spostamenti: ● è necessario rispondere a requisiti di elevata qualificazione o specializzazione; ● bisogna restare in Italia per almeno quattro anni e prestare per la maggior parte l’attività lavorativa sul territorio; ● il periodo trascorso all’estero deve aver avuto una durata di almeno 3 anni, che aumenta se il lavoratore o la lavoratrice prosegue l’attività con lo stesso datore di lavoro con cui lavorava prima del trasferimento: ○ sono richiesti sei anni, se il lavoratore non è stato in precedenza impiegato in Italia con lo stesso soggetto oppure con un soggetto appartenente al suo stesso gruppo; ○ sette anni, se il lavoratore, prima del suo trasferimento all’estero, è stato impiegato in Italia con lo stesso soggetto oppure con un soggetto appartenente al suo stesso gruppo. Sul primo punto, inoltre, è in arrivo un intervento normativo che contiene una precisazione importante e riguarda chi opera nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale.
Con il DDL sull’IA, che è stato approvato in Senato il 20 marzo per poi passare alla Camera, si precisa che anche coloro che hanno svolto un’attività di ricerca applicata nell’ambito delle tecnologie di Intelligenza Artificiale possono beneficiare delle agevolazioni. Possono accedere ai vantaggi del regime impatriati sia coloro che sono stati iscritti all'AIRE, Anagrafe Italiani Residenti all’Estero, che coloro che hanno avuto la residenza in un altro Stato con convezione contro le doppie imposizioni. In presenza delle condizioni previste dalla normativa, è possibile beneficiare dell’esenzione del 50 per cento per 5 anni. Rispetto al passato, la portata dei benefici si è molto ridotta ma anche nel nuovo impianto di regole è previsto un potenziamento delle agevolazioni per coloro che sono genitori. La riduzione della base imponibile arriva al 60 per cento quando la lavoratrice o il lavoratore si trasferisce in Italia con un figlio o una figlia minorenne, che allo stesso modo del genitore devono vivere in Italia. La stessa regola si applica per le nascite o le adozioni durante il periodo di fruizione del regime impatriati. Una ulteriore agevolazione, che prevede la proroga del nuovo regime impatriati per tre anni rispetto al periodo ordinario, è riservata a coloro che hanno trasferito la loro residenza anagrafica nel corso del 2024 e che sono diventati proprietari di una casa entro il 31 dicembre 2023, o comunque nei dodici mesi precedenti al trasferimento. Dal 2025, però, questa via di favore prevista per mitigare il passaggio dalle vecchie alle nuove regole non è più percorribile. —economia/fiscowebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Regime impatriati 2025: le agevolazioni per chi torna in Italia (e chi opera nell’AI)
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