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SAN MARCELLO PITEGLIO – È un grido d’allarme quello dello Spi Cgil, per bocca del vicesegretario della montagna pistoiese Vito Tommaso sul tema della sanità.
“Dopo la pediatra – dice il sindacalista – che ha lasciato l’incarico pochi giorni fa, adesso è il turno del medico di famiglia. Infatti il dottor Brizzi, stimato professionista che ha fino ad oggi coperto un’estesa zona della Montagna ed è stato un punto di riferimento di tantissime famiglie, a gennaio prossimo andrà in pensione. L’Asl, con uno scarno comunicato ai pazienti del medico, ha avvisato di recarsi al Cup per il cambio. In tanti si sono sentiti rispondere che l’unico medico disponibile ha il proprio ambulatorio all’Abetone. Le persone, tantissimi anziani, di cui moltissimi in condizioni di fragilità, sono inferocite”.
“Lo Spi della Montagna e lo Spi provinciale da anni hanno messo in guardia ed avanzato proposte su queste problematiche, ma senza essere ascoltati – dice Tommaso – I cittadini della Montagna si sentono, a ragione, considerati l’ultima ruota del carro: oltre alla situazione dell’Oopedale, ormai ridotto al lumicino, alla carenza delle strutture territoriali e di personale medico e paramedico, al ridimensionamento e riduzione degli ambulatori specialistici, viene a mancare un fondamentale presidio sanitario quale è il medico di base. Non si può chiedere alle persone non autosufficienti, agli ammalati cronici, agli invalidi ed agli anziani che magari non possono più guidare o non posseggono un loro mezzo, alle persone sole, di andare all’Abetone. Chiediamo alle autorità competenti di prendere immediatamente le necessarie decisioni”.
Intanto lo Spi Cgil della Montagna effettuerà un’azione di protesta, in occasione della seduta del consiglio comunale che si terrà a San Marcello il 27 settembre alle 17.30.
“Siamo consapevoli che questa situazione non dipende dal sindaco del Comune di San Marcello Piteglio. La colpa di tutto questo ricade sulla convenzione nazionale fra i medici di medicina generale e la sanità pubblica. Anche l’ultima convenzione nazionale, firmata pochi mesi fa, non solo ha risolto i problemi ma li ha ulteriormente aggravati. I medici di famiglia rimangono liberi professionisti pagati dal servizio sanitario pubblico a cui però possono dire di no a qualunque richiesta. Occorre modificare l’accesso all’università di medicina, occorrono maggiori finanziamenti per le Università e maggiori risorse per assumere più medici di famiglia e pediatri. Chiediamo, convinti che stiamo dalla solita parte, all’amministrazione comunale di San Marcello Piteglio di unirsi a noi ancora una volta per protestare di fronte a questo nuovo attacco al diritto alla salute dei cittadini della montagna pistoiese”.